08\11\2014 – Sino a quando la partita non sarà chiusa, il tema della riforma del lavoro continuerà a condizionare pesantemente il dibattito politico. E non solo quello. Perché se il Premier Matteo Renzi, dal canto suo, continua a ribadire l’importanza dell’iter delle riforme, iniziato immediatamente dopo la sua nomina a Capo del Governo, arrivando, persino, a paventare l’ipotesi di uno stravolgimento dell’assetto politico che, di fatto, consente all’esecutivo a trazione pd di andare avanti, d’altro canto, l’ampio panorama costituito dalle opposizioni è in continua fermentazione, prospettando persino improvvisi (si fa per dire) colpi di scena.
A seguito, infatti, del nulla di fatto dopo l’incontro tra Renzi e Berlusconi, che hanno discusso principalmente di legge elettorale, il patto del Nazareno risulterebbe essere in crisi e, quindi, Forza Italia e Silvio Berlusconi potrebbero essere sostituiti niente meno che dal Movimento Cinque Stelle e Beppe Grillo. Fantapolitica? Probabile, soprattutto ove si consideri che nelle ultime settimane il livello di tensione tra grillini e democratici è aumentato, responsabili proprio il Jobs act e la legge di stabilità, oltre che, recentemente, dallo sblocca Italia. Fatto sta che il giochino, costituito dai repentini cambi di fronte o dal mutamento istantaneo degli equilibri, rischia di riproporsi nuovamente, segno che evidentemente gli insegnamenti negativi della politica democristiana sono ancora attuali, ed elemento ulteriore a favore di chi sostiene la tesi di un Matteo Renzi non uomo di sinistra ma di centro, se non addirittura di destra e, oltretutto, di quella peggiore.
Chi, invece, viaggia a rilento è Fratelli d’Italia che, almeno per adesso, sta fallendo nel tentativo (da alcuni, tra l’altro, reputato poco realistico) di ripescare dal cilindro Alleanza Nazionale. Niente a che vedere con il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che, giorno dopo giorno, macina chilometri e consensi, arrivando anche a proporre la costituzione di un nuovo soggetto di centrodestra – un’alleanza per le prossime elezioni con chiunque dovesse esprimere parere favorevole, in base a quelli che oggi più che mai sono i cavalli di battaglia della Lega, ovvero l’abolizione della riforma Fornero, la riforma fiscale che prevede l’introduzione della Flat Tax (un’aliquota fiscale unica al 20%) e l’uscita dall’euro – con un nuovo leader che, eventualmente, potrebbe essere lui stesso. Sul fronte della riforma fiscale non manca di far sentire la propria voce anche la Cgil che, tramite il segretario generale Susanna Camusso, ritiene che si debba tassare la ricchezza se si intende realmente reperire le risorse necessarie a rilanciare l’occupazione.