Valutazione post elettorale

logo_ethosAd una settimana dal voto ci sembra necessario esprimere una valutazione dello stesso attraverso una breve e modesta analisi.

Partiamo dal risultato raggiunto della “Coalizione Reggina”,rappresentata da due liste e che proponeva Giuseppe Musarella quale aspirante sindaco, abbiamo evidentemente raccolto molto meno di quanto sperassimo, le sconfitte si ammettono e si accettano, senza se e senza ma, e noi non abbiamo nessuna difficoltà a farlo. Nè riteniamo che questa città non ci meriti, eventualmente, visto il risultato, dovremmo affermare il contrario. Così come riteniamo che le elezioni si siano svolte, pur conoscendo le difficoltà del voto reggino, sostanzialmente in modo corretto. Il voto popolare, che è l’unico parametro atto a legittimare un sindaco ed un consiglio comunale, ha chiaramente deciso di affidare il suo prossimo futuro a Giuseppe Falcomatà, al quale facciamo sinceri auguri di buon lavoro, certi che il tanto peggio tanto meglio non serva a nessuno, tanto meno alla nostra città. Detto questo, riteniamo che la nostra modesta azione politica, cominciata nel duemilasei, avesse come scopo la riscoperta dell’etica politica attraverso un percorso meritocratico e partecipativo che ponesse al centro della propria azione metodi innovati di rendicontazione, come il bilancio sociale e la chiarezza di programmi e di alleanze, non viste come “cartelli elettorali”, ma come strumenti atti a governare i complessi temi economici e sociali che angustiano da decenni la nostra terra.

I partiti che avrebbero dovuto, secondo noi, perseguire questa metodologia non ci sembravano propensi a farlo, avendo come unico interesse la spartizione del potere e delle risorse ad esso collegate.

Ci siamo domandati, alla fine di questa tornata elettorale, se questo metodo fosse cambiato, se questo “contenitore vuoto” fosse stato riempito di contenuti, se tutta questa marea di sigle e di liste tra loro spesso inconciliabili politicamente, e spesso piene di specialisti del tuffo carpiato triplo, potesse incarnare un cambiamento d’inversione, ma la risposta, purtroppo, ci sembra un inequivocabile: no!

Conseguentemente, non dimenticando di ringraziare chi comunque ci ha non solo votato ma anche sostenuti, riteniamo di voler continuare la nostra azione politica, nella convinzione che una voce fuori dal coro possa solo arricchire il dibattito all’interno della nostra comunità e sperando di non dare mai l’impressione di essere i primi della classe, ma solo quelli che della classe fanno parte e lo vogliono fare in modo attivo e con la schiena dritta.

Giovanni Sergi, socio fondatore

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