Riceviamo dal Comune di Reggio Calabria settore servizi tecnici, una nota “ufficiale” che informa che la Soprintendente arch. Margherita Eichberg ha inteso proporre una variante rispetto ai lavori di rifacimento della pavimentazione Corso Garibaldi con il fine (dichiarato!) di salvaguardare il più possibile il patrimonio storico costituito dal basolato lavico esistente lungo l’arteria cittadina. Lavori che come appiamo sono già iniziati da una più di una settimana. Idea ed esigenza della Sopritendente (non era contemplata nel progetto iniziale e condivisa dall’Amministrazione Comunale) rispetto alla quale si è già passati, purtroppo senza alcun tipo di condivisione con la popolazione e soprattutto con i commercianti dell’area interessata, dalle parole ai fatti! Per correttezza, richiamiamo alla memoria di tutti noi ciò che da quel fatidico 22 giugno, data inizio lavori, i commercianti della zona interessata al primo lotto, oltre ai “normali” disagi, hanno dovuto subire: stop lavori per fognature, stop lavori per impedimento Enel, stop lavori per pioggia. A ciò si aggiunge, adesso, l’ improvvisa determinazione di cambio strategia lavori. Certamente non discutiamo la scelta – che sarà anche apprezzabile sotto il profilo storico – ma, non avendo nessuna contezza di tempi, modalità di attuazione e ricadute sulle imprese, siamo, ritengo a ragione, allarmati. Per l’ennesima volta, purtroppo, dobbiamo constatare che nessuno ha ritenuto di dover informare tempestivamente e condividere le nuove scelte con le parti direttamente interessate dall’intervento. Siamo abituati ai dictat! Ma bisogna tenere nella giusta considerazione la situazione di disagio che in questo periodo storico vivono le imprese, già impoverite dalla crisi e dalle tasse. Purtroppo, in questo momento, i dictat portano solo all’esasperazione! Non consentiremo a nessuno di mettere definitivamente sul lastrico le attività commerciali del corso Garibaldi, come già accaduto alle imprese insistenti sul primo lotto, a causa di impegni non rispettati e “varianti” in corso d’opera. Da quello che ci è dato vedere sugli interventi già fatti su tratti del Corso Garibaldi , si nota una pietra lavica decisamente rovinata, in minime quantità e soprattutto ciò che si evidenzia dopo la rimozione dello strato di bitume è un piano di calpestio disagevole e pericoloso che, anche con solo con pochi minuti di pioggia, diventa fangoso e sdrucciolevole, di fatto impraticabile. Pertanto, questa decisione di anticipare le lavorazioni di rimozione dello stato di bitume sull’intera lunghezza del Corso Garibaldi e la conta delle basole laviche riutilizzabili, come ridurrà il salotto buono della nostra città? Per quanto tempo si protrarranno i lavori? A quali disagi vanno incontro imprese e cittadini? A queste domande, nessuno ha fino ad oggi dato una risposta e nessuno, soprattutto, ha inteso preventivamente condividere il percorso intrapreso. Facile cambiare le direttive e i progetti già approvati, facile anche smentire i pareri e le posizioni espresse dal precedente soprintendente. A Reggio ci troviamo nella paradossale situazione per cui, se dovesse esserci (per ipotesi) un nuovo avvicendamento alla soprintendenza, potremmo ritrovarci con nuove varianti progettuali unilateralmente imposte. A questo punto si impone una riflessione se questa città con le sue imprese e con tutte le sue problematiche ancora una volta è disposta a dictat diciamo “istituzionali” e, se così non fosse, come non lo è, siamo pronti a manifestare il nostro disagio con tutta la rabbia di chi fa del proprio lavoro una ragione di sostentamento per le proprie famiglie. Questa volta, ancor più che in passato, vigileremo ed assisteremo i nostri Commercianti per evitare l’ennesima beffa ai loro danni. Ed è proprio nell’esclusivo interesse delle imprese che la nostra Associazione chiede al Presidente della Camera di Commercio dr Lucio Dattola di voler convocare con la massima urgenza un Tavolo Istituzionale che coinvolga tutte le sigle datoriali rappresentate in CCIAA, l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza al fine di avviare urgentemente un confronto serio, definitivo e chiarificatore sulla questione che, ad oggi, ha assunto contorni paradossali.
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