18:15 – “Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulla pericolosità dei calabresi Stefania Pennacchio spiegano tutto. I calabresi sono pericolosi perchè incrociano delle discendenze indigene che sono totalmente incerte con degli approdi arabi tra i più crudeli e dalle origini greche che accompagnano costantemente. Mettendo insieme questi tre ingredienti la mescolanza umana è temibile. Detto ciò, c’è una sorta di incredibile ferocia base che è un’esaltazione della femmina”. E’ questa l’introduzione con cui Philippe Daverio definisce le linee descrittive della nuova mostra personale di Stefania Pennacchio. Presentata da Federica Morandi (Art Projects), la mostra “TerraOmnia® – Le vie Sacre dell’acqua” rimarrà esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria fino al 6 Settembre.
Questo progetto artistico, ideato dallo stesso Philippe Daverio, nasce con l’intento di valorizzare non solo le ricchezze artistiche del Sud e i suoi talentuosi artisti ma anche di ristabilire un vivo contatto con le tradizioni ed i richiami del passato. Solo effettuando questo percorso attraverso le risorse culturali ed umane del territorio è possibile prendere consapevolezza del futuro. Pennacchio, protagonista dell’ultima tappa di “TerraOmnia” con “Le vie Sacre dell’acqua”, dà vita ad un percorso interattivo che abbraccia l’arte in tutta la sua completezza: installazioni, materiale audiovisivo e sculture confluiscono allo stesso modo tra loro in una memoria storica strettamente legata al territorio calabrese.
La mostra è dedicata ad Artemide, dea della fertilità dal forte legame con i fluidi, dunque l’elemento dell’acqua, e ai misteri dei riti Eleusini legati alla figura di Demetra. Una mostra dedicata alla figura femminile, portatrice della vita: “Non è un luogo comune – spiega Stefania Pennacchio – ma è un dato di fatto fisiologico, psicologico e sicuramente sociale e antropologico. Questo sicuramente è un viaggio che racconta degli argini che non abbiamo più e dell’identità che fatichiamo a trovare”.
c.s.