Silvio Berlusconi sembra essersi rinvigorito. I recenti sviluppi, politici e non, che lo hanno avuto come protagonista hanno senza dubbio aperto una speranza nei cuori dell’ex cavaliere sia per quanto riguarda una possibile accelerazione di alcune riforme, rafforzando i rapporti con il Governo, sia in merito alla prospettiva di ricompattare le file di un centrodestra ormai lacerato da accuse reciproche e contrapposizioni troppo spesso personali. E cosi il leader di Forza Italia si divide tra Matteo Renzi ed Angelino Alfano. A quest’ultimo, a cui Berlusconi negli ultimi giorni si sta rivolgendo sempre più frequentemente, ha prospettato la possibilità di una federazione di centrodestra, sulla base di una vera condivisione di obiettivi, che possa rappresentare una vera e valida alternativa al centro sinistra ed a un Matteo Renzi che, sebbene spesso e volentieri venga accostato proprio a lui, in realtà non sarebbe in grado di rappresentare la volontà di un popolo che non si riconosce né nel Pd né tanto meno nella sinistra cosiddetta progressista. Questi argomenti rientrano tra i temi della lettera che proprio Berlusconi ha scritto ed indirizzato agli altri leader del centrodestra. << Naturalmente – si legge – oggi non si tratta di tornare al passato: la situazione è profondamente mutata, diverse e più pressanti sono le attese degli elettori, è cambiata l’offerta politica per effetto della nascita di un fenomeno distruttivo come Grillo, ma anche e soprattutto in conseguenza della diversa caratterizzazione che Renzi ha dato al maggior partito della sinistra italiana >>. Tuttavia l’ex leader del Pdl ed ex Presidente del Consiglio chiarisce che non è una questione di leadership e che le differenze “di linguaggio, di metodo e di contenuti” hanno, comunque, un minimo comune denominatore che rappresenta il “tratto distintivo rispetto alla sinistra” , ovvero “la centralità della persona, dell’uomo, del cittadino rispetto allo Stato, la richiesta pressante di uno Stato più leggero e quindi anche più efficiente, che imponga meno tasse e meno burocrazia e garantisca più libertà”. Ma c’è anche l’altro fronte sul quale lavorare, ovvero quello dei rapporti col Governo che, sebbene contenta anche Ncd di Alfano, è a trazione Pd o, meglio, renziana. Proprio con Matteo Renzi, Berlusconi ha dato vita ad una complessa macchina comunicativa che ha l’arduo compito di trattare argomenti importanti che vanno dalla riforma della pubblica amministrazione al fisco, dalla riforma del Senato alla legge elettorale, per non parlare della delicatissima riforma della giustizia. Il leader di Forza Italia ha iniziato a fare pressione perché è diventato ormai più che necessario, se non addirittura imprescindibile, portare immediatamente qualche risultato. Ma, se dinanzi alle difficoltà che sta incontrando l’attuale Presidente del Consiglio, l’unica soluzione è il ritorno alle urne, allora il primo nodo da sciogliere definitivamente è ovviamente quello della nuova legge elettorale, necessaria al fine di dare le giusta stabilità all’eventuale nuovo governo. Tornare al voto con l’Italicum significherebbe non fare passi avanti significativi, ma è una prospettiva da non escludere. L’ex Cavaliere lo sa e forse sa anche che con molta probabilità la legge elettoriale, se sarà modificata, tuttavia, non lo sarà in modo soddisfacente. Forse è in questo contesto che si deve collocare la lettera prima citata e l’appello all’unità.