Un terremoto devastante ha colpito il Giappone Nord-orientale. L’intensità sprigionata durante il sisma ha raggiunto picchi di 8.9 gradi della scala Richter, provocando anche uno tsunami che si è abbattuto sulla costa della città di Sendai. Fino a questo momento i morti accertati sono centinaia, ma pare sicuro che il numero sarà destinato ad aumentare. La prima scossa è avvenuta attorno alle 14 e 46 locali, le 6 e 46 in Italia, raggiungendo magnitudo 7.9 all’inizio, poi 8.8 e infine 8.9. L’epicentro del sisma è stato localizzato a una profondità di 24,4 km a 81 miglia da Sendai nello Honshu. In seguito dopo circa mezz’ora di tempo una seconda scossa si è verificata al largo delle acque della prefettura di Ibaraki, a circa 80 km di profondità. Dopo le prime due scosse potentissime, altre dodici scosse di assestamento si sono succedute, almeno sei delle quali con magnitudo di 6.3. Il terremoto registrato nella terra del Sol levante è stato il più alto mai registrato sul suolo giapponese. Onde anomale alte fino a 10 metri si sono abbattute sulle coste della città di Sendai, distruggendo ogni cosa che hanno incontrato sul loro cammino. La pista dell’aeroporto è stata invasa dalle acque. Le onde durante il loro ritorno verso il mare hanno trascinato tutto con sè, facendo scoppiare diversi incendi a causa del danneggiamento delle tubature del gas. A Myagi l’onda anomala ha riempito le strade, portando con sè auto, cartelloni pubblicitari e detriti, riempiendo di carcasse il porto. Nella regione di Tokyo l’onda anomala ha riempito il parcheggio del parco divertimenti Disney. Subito dopo il terremoto allerta tsunami sono stati lanciati in diversi paesi interessati tra cui: Russia, Taiwan, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Nuova Zelanda, Fiji, Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Honduras, Cile, Ecuador, Colombia e Perù. Diversi danni a Tokyo. In una scuola dove si consegnavano i diplomi durante una cerimonia, il crollo del tetto ha causato parecchie lesioni a circa 600 studenti e parenti presenti in sala. L’aeroporto di Narita risulta chiuso, così come quello di Ibaraki a 80 km dalla capitale. Chiuse centrali nucleari, raffinerie e treni ad alta velocità. Una raffineria alle porte di Tokyo è in fiamme, così come il porto della capitale nipponica. Secondo alcuni testimoni gli edifici hanno continuato a oscillare per circa mezz’ora dopo il sisma, facendo andare in tilt reti elettriche e telefoniche fisse e portatili. La corrispondente Reuters Linda Sieg ha spiegato che: «L’edificio ha tremato per un tempo che è sembrato lungo e molte persone nella redazione hanno indossato i caschi e alcune si sono infilate sotto le scrivanie. È stato probabilmente il peggiore che ho sentito da quando sono arrivata in Giappone più di 20 anni fa». Il premier nipponico Naoto Kan ha subito istituito un’unità di crisi per fare fronte al problema e alle prime necessità, spiegando che non ci sono stati problemi nelle centrali nucleari, perché si sono disattivate automaticamente. Il premier dal canto suo ha espresso cordoglio verso le famiglie delle vittime, dicendosi vicino al lutto che ha colpito numerosi giapponesi. Il ministro degli esteri Takeaki Matsumoto, si è detto pronto ad accettare aiuti dai paesi esteri per fronteggiare l’emergenza, una delle più spaventose degli ultimi tempi nella terra del sol levante.
Salvatore Borruto