È stata celebrata al Quirinale la tradizionale giornata della donna in occasione dell’8 Marzo. In tale occasione ha parlato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, secondo il quale «le donne hanno il dovere di esigere rispetto, basta con l’immagine consumistica e con la cultura delle donne oggetto». L’evento è stato reso particolarmente significativo dalle celebrazioni del 150° anniversario dell’unità d’Italia: «In Italia – ha proseguito Napolitano – come in tutti gli Stati democratici, le donne hanno raggiunto molti obiettivi e in questo viaggio verso la parità c’è stata una forte accelerazione nell’ultimo cinquantennio». Tuttavia, «le donne italiane sono ancora lontane dall’aver conquistato la parità in molti campi. Basti ricordare il divario di genere, quale risulta anche dai rapporti internazionali, nella rappresentanza politica, ancora in qualche carriera pubblica nella conduzione delle imprese. Per raggiungere una parità sostanziale uomo-donna è necessario, infatti, incidere essenzialmente sulla cultura diffusa, sulla concezione del ruolo della donna, sugli equilibri persistenti e capillari nelle relazioni tra i generi, su un’immagine consumistica che la riduce da soggetto a oggetto, propiziando comportamenti aggressivi che arrivano fino al delitto». Napolitano evidenzia che «per favorire il cammino verso una parità sostanziale, molto devono fare la scuola e i mezzi di comunicazione attraverso i valori che trasmettono». Chiaro il suo rifiuto ai modelli diffusi dai media colpevoli di valorizzare solamente un’immagine della donna come oggetto, un’immagine consumistica che va certamente a danno di ogni altro valore. Così Napolitano ha chiamato anche gli uomini ad avvertire «il dovere di comportarsi come validi e solidali compagni delle donne che portano avanti la marcia verso la parità. La parità di genere non riguarda solo le donne, così come le battaglie per dare a tutti i cittadini una vita decorosa non riguardano solo i poveri, e le lotte per la libertà politica non sono un’esclusiva dei dissidenti, e quelle per la tolleranza non toccano solo le minoranze. Sono e devono essere cause comuni che coinvolgono chiunque assuma come propri valori democratici». Il presidente della Repubblica ha, infine, concluso il suo discorso parlando di una «necessaria opera di rinnovamento morale alla quale le donne di oggi, come quelle di ieri, sono chiamate a dare un contributo fondamentale. Sono certo che anche le nuove Italiane, le tante donne immigrate che sono diventate o diventeranno nostre concittadine, le tante che lavorano con abnegazione e senso del decoro, faranno anch’esse la loro parte».
Filippo Turiano