“La grande Guerra e il cinema” è il tema di un ciclo di conversazioni per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale 1914-1918 promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos. Si comincia martedì 8 aprile alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso con il capolavoro di Jean Renoir, La grande illusione, girato nel 1937, con l’intervento di Giuseppe Marcianò, storico e studioso di cinema. Nella nutrita filmografia, ispirata al conflitto, La grande illusione spicca per la sua prepotente originalità. Renoir, che partecipò egli stesso alla guerra come pilota di una squadriglia di caccia, volle dare una testimonianza sullo spirito e le vicende dei tanti ufficiali francesi che catturati dal nemico tentarono in tutti i modi di evadere dai campi di prigionia per tornare a combattere per la Francia. Protagonisti del film sono due fra i migliori attori del cinema francese di quegli anni Jean Gabin e Pierre Fresnay. Di fronte a loro è Erich von Stroheim nei panni di un ufficiale prussiano, che le terribili ferite subite nel corso di un incidente aereo, costringono in una rigida armatura. Fra egli e Pierre Fresnay, anche lui esponente dell’aristocrazia guerriera, si stabilisce subito una relazione speciale come ebbe a scrivere il celebre regista Francois Truffaut, grande ammiratore di Renoir. Accanto a loro una folla di personaggi secondari, ciascuno però disegnato con un tratto felice e ironico. Alla fine del film, quando Marechal (Gabin) e l’ebreo Rosenthal (Dalio) riusciranno a raggiungere la frontiera con la Svizzera. Gabin dirà al compagno di fuga, prima di separarsi. Bisogna pur finirla questa guerra, sperando che sia l’ultima. Illusione, gli risponderà Rosenthal. Dopo poco più di due anni, infatti, Francia e Germania saranno di nuovo in guerra ma invece dell’aristocrazia prussiana, ai posti di comando del nuovo esercito tedesco, vi saranno i generali nazisti.
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