Si è dimesso Giuseppe Scopelliti. Dopo la condanna inflitta ieri dal Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito del cosiddetto “caso Fallara”, il leader del Nuovo Centrodestra ha dimostrato, per l’ennesima volta, l’altissimo spessore politico e morale che lo contraddistinguono. E gli attestati di vicinanza e solidarietà che si leggono in queste ore – non solo quelle sui mass media ma anche e soprattutto quelli che giungono, a fiumi, sui social network . Una scelta onorevole e di responsabilità, quella di Scopelliti, che pochi politici avrebbero fatto (le recenti cronache nazionali lo dimostrano ampiamente).
Sono rispettoso delle sentenze. E’ necessario fare un passo indietro”. Ha detto Scopelliti ai cronisti a meno di 24 ore dal giudizio, aggiungendo come “abbiamo di fronte a noi la grande responsabilità di dire che è giunto il momento di rassegnare le dimissioni. Ora lo concorderemo con tutta questa grande squadra che mi ha affiancato in questi anni. La Calabria ha bisogno di un governo legittimato”.
“Noi siamo perché vinca sempre la democrazia. Non gioisca il Centrosinistra rispetto a queste scelte e a queste sentenze perché non vince la politica”.
E già perché quando a decidere sono i voti e dunque il confronto democratico, in questi anni una cosa è stata chiara: nessuno è riuscito a competere con Scopelliti. ’Sono contento per me, perché fino ad oggi Giuseppe Scopelliti è sempre stato un uomo che è sceso in campo vincendo le sue battaglie con cifre astronomiche, ogni qualvolta si è misurato. L’amore per la mia gente e la mia terra sarà sempre in cima ai miei pensieri. Continueremo a fare le nostre battaglie – annuncia -. Da questa partita ne esco con la maglietta bagnata e la testa alta’’.
E sono questi i passaggi più importanti: da un lato la testa alta e la responsabilità di fare un passo indietro per restituire ai cittadini calabresi la possibilità di scegliere con attraverso il voto (e non attraverso le procure) da chi farsi governare, dall’altro lato una stilettata forte e diretta a quella sinistra inconcludente e povera di contenuti. Non stia sereno il gotha del Partito Democratico, ne le sue succursali. Non stiano sereni, insomma, coloro i quali in questi ultimi quindici anni non sono mai riusciti a sconfiggere il centrodestra a Reggio e soprattutto non hanno mai sconfitto, in libere e regolari elezioni, Giuseppe Scopelliti. La partita politica è più che aperta. Difficilmente una classe dirigente così compatta come quella del centrodestra regionale, mollerà la sfida ma anzi, sarà ancora più coesa attorno alla figura del suo leader nella consapevolezza di aver subito uno scippo in pina regola.
Il Centrosinistra dovrà un giorno, forse molto lontano, capire che in politica si vince con il consenso, con l’aggregazione, con la partecipazione o carte parziali portate in tribunali. E su campi di questo tipo (consenso e aggregazione) il Centrosinistra non può gioire per nulla, anzi, avrebbe che da sbattersi la testa contro il muro. Non stia sereno il Centrosinistra, la partita politica da quello che si è capito è solo interrotta, per un breve attimo. Ma presto ricomincerà e, nel giorno delle urne, difficilmente ci sarà “una commissione già decisa a tavolino”. Ad maiora.