Si terrà sabato 15 Febbraio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso, promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, Sezione Poesia, l’omaggio al poeta Dino Campana a cento anni dalla pubblicazione dei “Canti orfici”, raccolta di poesie, di prose liriche e di frammenti. A parlare del poeta e dell’opera – dopo l’intervento introduttivo di Pina De Felice, responsabile poesia di Anassilaos – sarà Maria Festa, poetessa, scrittrice e saggista. L’opera, che avrebbe avuto un notevole influsso sulla poesia italiana successiva, soprattutto su quella ermetica, fu pubblicata da Campana a proprie spese presso un tipografo del suo paese natale, Marradi.
Essendo andato smarrito il manoscritto di prose e di versi che egli aveva presentato a Papini e Soffici per averne un giudizio – copia unica che nel 1971 fu ritrovata tra le carte di Soffici a dimostrazione di quanto scarso interesse lo stesso dimostrasse per il manoscritto del giovane poeta – Campana fu costretto a ricomporre a memoria i testi non senza aver prima litigato e minacciato di morte lo stesso Soffici. Uomo sensibile e di indole inquieta Campana visse sulla propria pelle quel “male oscuro” che spesso si accompagna alla poesia e che nel piccolo ambiente in cui nacque e trascorse la sua adolescenza fu scambiato fin da subito per follia.
A causa delle sue “irrequietezze” ebbe infatti ben presto a che fare sia con la forza pubblica che con gli ospedali psichiatrici. Viaggiò in Italia e in Europa (Svizzera, Parigi nel 1907) e nel 1908 compì un avventuroso viaggio in Argentina sempre coltivando la sua vocazione letteraria. Dopo una difficile e contrastata relazione con Sibilla Aleramo, testimoniata da una nutrita serie di lettere, viaggi e un tentativo di suicidio, fu ricoverato nel 1918 nel manicomio di Castelpulci, (psicosi schizofrenica fu la diagnosi dei medici) dove morì il 1° marzo del 1932. Poesia visionaria quella di Campana ricca di un simbolismo che l’avvicina a Rimbaud, suo poeta prediletto, e Baudelaire, nella quale è facile scorgere anche l’influsso poetico e letterario della tradizione italiana, da Carducci e D’Annunzio. Una poesia la sua aperta al futuro che a cento anni di distanza ha ancora molto da dire.
COMUNICATO STAMPA ANASSILAOS