Alla Calabria ampie rassicurazioni sulla sicurezza del trasbordo
Non armi chimiche ma sostanze tossiche neutre che, se non entrano in contatto, sono assolutamente innocue. Tante polemiche, molte anche politiche, zero o quasi rischi a quanto fa capire il Governo italiano. E’ questo quello che emerge dall’audizione informale del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dell’ufficio di presidenza della Commissione Ambiente del Senato sulle problematiche ambientali connesse al trasbordo di armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Le rassicurazioni fornite dal Governo sono state ampie, e non si ravvede una “una pericolosità tale da chiedere una rivisitazione rispetto alla scelta di Gioia Tauro”. “Negli incontri che abbiamo avuto a Palazzo Chigi rispetto alle iniziative intraprese dal governo per questa operazione ci è stato riferito che tra il 2012 e il 2013 sono state movimentati circa 3mila container di sostanze classificate 6.1, sostanze pericolose – spiega Scopelliti – qui si tratta di circa 60 container e sia la Capitaneria di porto sia il terminalista e l’Ispra affermano siano normalissime operazioni come sono state fatte in altre circostanze”. Il governo ha inoltre ricordato ed evidenziato (anche per placare gli animi incandescenti del territorio pianigiano fomentati senza dubbio da chi, nonostante non avesse alcuna competenza in materia ha speculato tantissimo su un’operazione di questo tipo) che verrà allestito dal terminalista un pronto soccorso da campo perché si ritiene che la pericolosità in casi peggiori “non comporta grandi elementi di criticità. “Ho detto ai parlamentari che mi hanno posto domande che se ci sono elementi di criticità maggiore che non conosco e che mi vogliono rappresentare sarò il primo a sostenere la battaglia per avere dal governo certezze, perchè prima di tutto viene la tutela del diritto alla salute dei miei concittadini e del mio territorio”. Prima di essere caricate sulla nave danese, inoltre, le sostanze sono state sottoposte ad un triplice imballaggio (effettuato da personale siriano istruito dall’Opac) e chiuse in container stagni, certificati dall’Opac. La prossima settimana, infine, il personale dell’organizzazione farà un sopralluogo a Gioia assieme alle autorità italiane per verificare le condizioni di sicurezza a terra e a mare. Nei fatti dunque, non dovrebbe essere altro che un’operazione di routine. Piuttosto tutti noi, compresi i sindaci di quelle zone, dovrebbero andare a capire e farsi spiegare dal Ministero degli Esteri Emma Bonino, unica delegata alla vicenda, in quale zona del Mediterraneo verranno successivamente smaltite queste sostanze, una volta trasbordate dai container. Invece di infuocare gli animi, bisognerebbe affrontare le situazioni con razionalità e ragionevolezza, altrimenti si corre il pericolo di gridare solo al lupo, al lupo. E magari di non concentrarci poi su altre criticità.
Ipse dixit