La vicenda legata alla costituzione della città Metropolitana di Reggio Calabria sbarca in Senato. Questa mattina una delegazione di associazioni di cittadinanza attiva composta da Paolo Romeo, Domenico Pietropaolo e Giuseppe Bova ed una rappresentanza di Confindustria Reggio guidata dal Presidente, Andrea Cuzzocrea, coadiuvato da Antonino Tropea e Giampaolo Latella, sono stati ricevuti in audizione informale dall’ufficio di Presidenza della I° commissione permanente “Affari Costituzionali” del Senato, per esporre i dubbi, le perplessità e gli effetti dannosi derivanti dal disegno di legge Delrio che posticipa l’entrata in vigore della città metropolitana di Reggio Calabria al 2016.
Come sostenuto dall’associazione degli industriali reggini sono enormi i danni di immagine ed economici che ne deriverebbero. Il rischio maggiore è legato all’impossibilità di partecipare alle opportunità di sviluppo, in quanto la norma crea notevoli problemi di coordinamento con la programmazione dei Fondi europei destinati alle città metropolitane e previsti dal recente “Accordo di partenariato Italia-UE 2014-2020” affossando dunque le prospettive di crescita economica e sociale dell’intera provincia reggina.
I “rappresentanti” di cittadinanza attiva, hanno posto l’accento sull’opportunità che il ripristino degli Organi democratici delle Istituzioni locali e l’avvio dei processi istitutivi del nuovo livello di governo non debbano subire ritardi. Il differimento dell’istituzione della città metropolitana di Reggio Calabria è senza dubbio un episodio paradossale, che tocca inevitabilmente le vicende riguardanti il suo Comune. La convinzione espressa dalla cittadinanza dell’intera provincia – affermano i tre rappresentati delle associazioni – è che nel disegno di legge inerente “disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” sia stato tutto preordinato sulla previsione di proroga di ulteriori sei mesi dell’attuale Commissariamento straordinario del Comune di Reggio Calabria. Proprio su tale aspetto resta aperto un interrogativo, che senso avrebbe, l’inserimento della norma contenuta nell’art.3, comma 10, che procrastina i termini dell’intero processo istitutivo della città metropolitana? La risposta sembrerebbe scontata poiché, in mancanza di un provvedimento di proroga, a tutt’oggi non emanato, i cittadini della città dello Stretto potranno essere chiamati ad eleggere gli Organi comunali nella prossima tornata primaverile, e quindi essere al passo con le altre città metropolitane.
La disamina attenta della norma, contenuta nello stesso comma 10 dell’art.3 del disegno di legge in questione, dimostra quanto sia surreale la formulazione approvata dalla camera dei deputati. Una stranezza che trova conferma soprattutto in riferimento alle date. Come evidenziato ancora una volta dai rappresentanti del coordinamento delle associazioni di cittadinanza attiva mentre, generalmente, le città metropolitane sono costituite alla data di entrata in vigore della legge, a Reggio ciò avverrà il 1° gennaio 2016. Inoltre, il Comitato istitutivo chiamato a predisporre gli atti preparatori e gli studi preliminari in ordine al trasferimento delle funzioni, in tutte le altre realtà completerà i propri lavori il 1° luglio 2014, mentre a in riva allo Stretto la scadenza è stata fissata al 30 agosto 2016. Ancora, mentre per tutte le città metropolitane italiane vengono indette le elezioni del Consiglio metropolitano decorso il termine del 30 settembre 2014, da svolgere entro il 1° novembre 2014, per la città dei Bronzi le date risultano spostate, rispettivamente, al 30 novembre 2016 ed al 31 gennaio 2017. E’ evidente – confermano gli esponenti reggini – l’assurdità di questi slittamenti, ove si pensi che, anche considerando una proroga del Commissariamento in corso, il rinnovo degli Organi del Comune di Reggio Calabria avverrà nella tornata elettorale dell’autunno del 2014. Quanto già approvato dalla Camera dei Deputati in prima lettura appare quindi posticcio ed affrettato e, qualora non venisse modificato dal Senato, costituirebbe un prezzo altissimo che la Comunità dell’intero territorio metropolitano sarà costretta a pagare. A conclusione dell’incontro i rappresentanti delle associazioni di cittadinanza attiva hanno suggerito di cancellare la norma contestata e di sostituirla con quella disposizione prevista dal d.l. 188/2012, decaduto, che per l’istituzione della nostra città metropolitana ne stabiliva la decorrenza a partire dal 90° giorno successivo al rinnovo degli Organi del Comune.
Comunicato Stampa Associazioni di Cittadinanza attiva