Dunque, la scorsa settimana avevamo dato la seguente definizione: l’utilità di un bene rappresenta il grado di soddisfacimento dei bisogni individuali che quel determinato bene reca al singolo consumatore. Ed avevamo messo in risalto che essa può variare da persona a persona in base ad una determinata scala di valori che ciascun individuo porta dentro di sé. Continuiamo, pertanto, a sviluppare questa tematica. E’ evidente che ci stiamo muovendo nel campo del consumo che non riguarda i beni indispensabili, perché di quelli, è evidente, ne abbiamo tutti bisogno, e dal momento che soddisfano bisogni primari, possiamo dire che il problema non esiste. La questione si pone, dunque, su altri beni, che potremmo definire non indispensabili. Dal momento che il reddito del consumatore è, per forza di cose, limitato, il consumatore dovrà effettuare una scelta: come distribuire il proprio reddito disponibile per i consumi. Abbiamo già messo in evidenza che la scelta terrà conto delle singole preferenze, sulla base di confronti che il consumatore effettua fra le diverse utilità che i vari beni gli forniscono. E, come abbiamo messo in evidenza la scorsa settimana, le variazioni di prezzo influenzano questa scelta. E’ intuitivo che una diminuzione del prezzo di beni considerati di lusso determina un significativo aumento del consumo di quegli stessi beni, con una rimodulazione delle proporzioni di distribuzione del reddito disponibile rispetto al paniere di beni considerati. Un individuo che sia abituato, a tavola, a bere vino, comincerà ad usare lo champagne allorché il prezzo di questo pregiato vino francese dovesse diminuire. A parità di prezzi, invece, contano le preferenze del consumatore. A tal proposito si fa riferimento al Saggio Marginale di Sostituzione fra due beni, ossia all’equivalente di beni di cui un consumatore è disposto a rinunciare per liberare la quantità di denaro che gli faccia acquistare un’unità di un altro bene, mantenendo invariata l’utilità complessiva che i due beni gli forniscono. Potrebbe essere il caso di un giovane al quale il proprio genitore abbia dato 30 Euro per il sabato sera. Quel giovane comincerà a ragionare su come spendere quei 30 Euro nel migliore dei modi, vale a dire il problema di massimizzare l’utilità. 10 Euro di Benzina, 10 in Pizzeria e 10 al cinema? Oppure in discoteca (25 Euro) a passaggi e un pacchetto di Marlboro Lights (5 Euro)? E via così. La scelta di quel giovane cadrà su quella combinazione che gli dia la massima utilità in basi ai propri gusti, ed in relazione ai prezzi dei vari beni disponibili.
Prof. Giuseppe Cantarella