Appello al dialogo

enzo cuzzolaNel suo primo Angelus del 2014, Papa Francesco ha lanciato l’appello al Dialogo, perché vinca sulla prepotenza. Da tempo molti di noi sentiamo questa esigenza, tanto da aver fondato una Associazione denominata “Dialogo Civile”. Dialogo civile che ha ormai lasciato il posto alla violenza verbale, alla prepotenza, in ogni sede, in ogni sito. Le trasmissioni televisive, talk show compresi, non fanno audience se non c’è violenza, almeno verbale. Il dibattito politico è sempre acceso nei toni, essendo l’epiteto più blando il “vaffanculo”. Non si conosce più il modo di esporre le proprie opinioni senza pretendere che siano la verità assoluta. Chiunque, esprime un pensiero, ritiene che quello sia il verbo e chi la pensa in modo contrario è “mafioso”. E’ un modo di vivere, di esprimersi, di fare opinione e di fare politica, inaccettabile. Personalmente continuerò ad esprimere le mie opinioni, ritenendo che non siano verità assolute. Continuerò a proporre idee e soluzioni accettando che queste possano essere messe in discussione e modificate e/o migliorate, grazie al contributo degli altri, di chiunque. Sono un convinto sostenitore del bipolarismo, come unico sistema possibile di stabilità governativa, ma non ritengo assolutamente che bipolarismo significhi contrapposizione personale. Francamente non mi importa assolutamente delle lotte e contrapposizioni politiche, sono convinto assertore del rispetto della persona umana e delle sue opinioni e prerogative, per questo mi batterò sempre. Qualcuno riterrà questi atteggiamenti segno di debolezza, al contrario sono un grande segno di forza, che deriva dagli insegnamenti di Fede che ho avuto e dalla educazione che mi ha impartito la mia famiglia. La debolezza appartiene a chi deve offendere per poter dire la sua, ignorando che non c’è motivo di urlare, se si ha ragione.

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano

Il Quotidiano d’Approfondimento on line Il Metropolitano.it nato nell’Ottobre del 2010 a Reggio Calabria, città in cui ha la propria sede, dal progetto di un gruppo di amici che vogliono creare una nuova realtà di informazione