Confini, domani il Premio Nobel per la Pace Betty Williams a Reggio Calabria

A Palazzo Foti alle 10.30 la lectio magistralis “Economie e culture della pace nel Mediterraneo”

REGGIO CALABRIA – Domani il Premio Nobel per la Pace Betty Williams sarà sullo Stretto, ospite d’eccezione di Confini, il programma internazionale di arti visive del Mediterraneo a cura della Fondazione Horcynus Orca (in associazione temporanea d’imprese con la rete europea dell’economia sociale Reves Aisb, Fondazione di Comunità di Messina, Mana Chuma Teatro, Circolo del cinema Charlie Chaplin, Associazione culturale “Le rane”), in collaborazione con l’Università Mediterranea e il Comune di Scilla.

Alle 10.30 a Palazzo Foti, sede storica della Provincia di Reggio, l’attivista nordirlandese insignita nel 1976 della massima onorificenza riservata ai costruttori di pace, terrà una lectio magistralis sul tema “Economie e culture della pace nel Mediterraneo”. Una lezione aperta a tutta la cittadinanza da parte di una donna che ha fatto dell’impegno a favore della cultura e dei bambini la prima leva per la risoluzione pacifica dei conflitti, nella cornice di una manifestazione che pone al centro l’arte come occasione di trasformazione sociale e territoriale. Di questi valori parla la storia personale e l’impegno a favore della pace di Betty Williams.

Figlia di padre protestante e madre cattolica, all’inizio del 1970 il futuro Premio Nobel entra a far parte di una campagna anti-violenza guidata da un sacerdote protestante in Irlanda del Nord, suo paese natale. Nel 1976 inizia la sua attività pubblica dopo aver assistito in prima persona alla morte di tre bambini, investiti da un’auto a Belfast durante una sparatoria tra un latitante dell’IRA (Irish Republican Army) e la polizia britannica.

Da quel momento, Betty Williams decide di lanciare un appello contro l’uso della violenza nel conflitto tra protestanti e cattolici in Irlanda del Nord. Due giorni dopo il tragico incidente aveva già ottenuto 6.000 firme su una petizione per la pace. Contemporaneamente Willimas organizzò assieme a Mairead Corrigan, zia dei tre bambini morti, una marcia alla quale parteciparono circa 10.000 persone, soprattutto donne, sia protestanti che cattoliche. Da quell’esperienza nacque la “Women for Peace”, un’organizzazione che si batteva per una soluzione pacifica della questione dell’Irlanda del Nord, ribattezzata successivamente, grazie alla collaborazione di Ciaran McKeown, “Community of Peace People”, inaugurata con un discorso di Betty Williams che è rimasto nella storia: «Vogliamo vivere e amare e costruire una società giusta e pacifica.

Vogliamo che i nostri figli possano vivere con gioia e in pace a casa, sul luogo di lavoro e di gioco. Ci rendiamo conto che per costruire una società così sarà necessaria dedizione, coraggio e molto lavoro. Ci rendiamo conto che ogni proiettile che viene sparato e ogni bomba che esplode rende questo compito ancor più arduo. Rigettiamo l’uso delle bombe, dei proiettili e di tutti gli strumenti di violenza. Ci dedicheremo, assieme ai nostri vicini, giorno dopo giorno, alla costruzione di una società pacifica nella quale le tragedie che abbiamo visto siano solo brutti ricordi e moniti perpetui». Per le sue attività sul fronte pacifista e per il suo ruolo di co-fondatrice della Community of Peace People in quello stesso anno Betty Williams ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Successivamente, il movimento per la pace nord irlandese si disintegrò ma l’impegno di Williams a favore della pace continuò, guardando questa volta ai bambini nel mondo, missione a cui tutt’oggi si dedica da presidente della Global Children’s Foundation, del World Centers of Compassion for Children International e, in Italia, della Fondazione Città della Pace per i bambini, che dal 2003 lavora per ospitare i bimbi che vivono in situazioni di pericolo nel mondo.

La Fondazione, con sede nei comuni lucani di Sant’Arcangelo e di Scanzano Jonico, luogo che il Governo italiano aveva destinato a diventare deposito nazionale di scorie nucleari, ha l’obiettivo di garantire assistenza, istruzione ed educazione alla pace a minori in condizioni di disagio sociale o di pericolo derivanti da guerre o disastri ambientali.

C/S

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