L’Unità continua a dividere

La giornata di festa per celebrare il 17 marzo l’Unità d’Italia continua a dividere l’opinione pubblica, le parti sociali ma anche il governo. Dopo l’appello lanciato la scorsa settimana dalla Marcegaglia, presidente di Confindustria, ad evitare che la celebrazione diventi «l’occasione per un aggravio di costi per le imprese e per una perdita di preziose ore di lavoro», il ministro leghista Calderoli ha criticato la scelta di indire una giornata di festività, «auspicando che gli uffici pubblici possano rimanere aperti».

Anche il leader del Carroccio Bossi, parlando a Montecitorio, ribadisce con la solita ”durezza” e forza espressiva:« Il 17 marzo bisogna lavorare e basta! La festa sarà percepita in modo diverso e con diversa intensità a seconda dei luoghi. Il ponte? Sarebbe pericolosissimo. In un momento di crisi come questo, come fai a fare il ponte? Farebbero giovedì, sabato e lunedì, non credo che gli imprenditori sarebbero contenti…».

Meno male però che c’è qualcuno che la pensa diversamente. Il ministro La Russa dice che la decisione di non lavorare il 17 è già presa, «non sempre è necessario che tutti siano d’accordo». Anche Paolo Romani, ministro dello sviluppo economico, stempera la polemica: «I 150 anni dall’Unità d’Italia si festeggiano solo quest’anno, mi sembra che per una volta si possa festeggiare senza andare a lavorare.

Inoltre il 1 maggio sarà domenica e il 25 aprile pasquetta. Se c’è solo questo di ponte allora festeggiamo». Anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni difende la festa: «L’Unità del Paese vale un giorno di festa e non solo nel 2011, ma tutti gli anni. Non mi pare di aver mai udito qualche voce levarsi in difesa della produzione o dell’istruzione nazionale per il 2 giugno o il 25 Aprile!».

Di diverso parere la Gelmini, convinta che le scuole debbano restare aperte: «La ricorrenza potrà essere celebrata in classe durante l’orario normale dedicando una particolare attenzione a quel momento storico così importante. Un modo per dare più valore a questo appuntamento altrimenti si correrebbe il rischio di considerarlo solo un giorno di vacanza in più».

Un appello alle celebrazioni serene, riflessive e senza polemiche viene dal Capo dello Stato Napolitano :«E’ necessario ritrovarsi tutti in progetti lungimiranti, e insieme richiamarsi all’eredità del Risorgimento e del concorso di tanti patrioti delle terre adriatiche”. Avvilito, deluso e preoccupato il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi che si esprime così in una recente intervista al Corriere della Sera: « La proposta di Calderoli sembra un atteggiamento di freno coerente con una certa politica della Lega , che forse continua a perseguire il suo intendimento originario di far secedere il Nord. Non posso dimenticare la visita che mi fece Bossi al ministero dell’Economia dopo che eravamo riusciti ad entrare nell’euro.

Mi raccontò di aver scommesso sulla nostra esclusione, per poter scatenare la spallata separatista. Ma c’è di più: confessò che su questo aveva già preso contatti con certi suoi “amici” austriaci e bavaresi, in modo che avallassero l’ingresso nel club della moneta unica solo per la parte più ricca del Paese. Da allora ho sempre considerato con circospezione le scelte leghiste, nelle quali non si tiene conto che gli Italiani sono più uniti di quanto loro pensino».

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.