di Annamaria Milici – Due barconi, con a bordo oltre 350 migranti, in larga parte siriani ed egiziani, sono stati soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera a circa 60 miglia a sud della costa siracusana di Avola nella giornata di ieri. Un primo gruppo di oltre 150 persone è stato trasbordato su due motovedette. Il resto degli immigrati è stato trasferito a bordo di due navi mercantili. I due barconi, in precarie condizioni, sono stati abbandonati alla deriva. Nonostante il maltempo dei giorni scorsi che ha causato lo stop forzato delle ricerche a Lampedusa, i viaggi verso il Mediterraneo non si arrestano. La strage di Lampedusa ha dato il via ad un allarme che doveva scattare da tempo. L’ esigenza umana di reagire solo dopo un evento drammatico e dalle dimensioni incalcolabili, è un limite da superare, soprattutto perché nel caso specifico, si parla di vite umane, si parla di realtà che sembrano sempre lontano da noi, ma che invece ci riguardano da vicino. E l’ appello inevitabilmente è rivolto ai rappresentanti della Nazione e dell’Ue. Che la politica nazionale ed internazionale, crei le condizioni affinché i bilanci delle vittime disperse in un mare tanto sognato siano solo un ricordo. Si è detto molto, si è analizzato il problema teoricamente, ma ciò che serve è l’ azione, nella speranza che una volta spenti i riflettori, l problemi dell’ immigrazione e dell’ integrazione non siano dimenticati nell’ oblio.