di Carlo Viscardi – “Vado avanti, determinato a realizzare il programma su cui ho ricevuto la fiducia in Parlamento, con l’obiettivo di risolvere i problemi del Paese; e ciò vuol dire che non ho nessuna intenzione di farmi logorare da veti incrociati e continui ultimatum”, questo è il sunto che ieri, 20 settembre, il premier Letta ha riferito al presidente della repubblica Napolitano.
Di certo Letta sapeva benissimo, il giorno in cui accettò l’incarico di formare il governo, che non sarebbe stata una “passeggiata di salute”, il suo predecessore Bersani, fallì clamorosamente rimettendoci e “faccia” e “segretariato” del partito. Il suo governo, soprannominato “governo del fare”, fino ad ora non sembra aver fatto molto, almeno guardando obiettivamente i fatti; nell’incontro con il Capo dello Stato Letta ha voluto chiarire il senso delle sue ultime esternazioni ed in particolare di quelle sulla volontà di non farsi logorare dalle tensioni e dai continui ultimatum delle forze politiche che rischiano di paralizzare l’attività dell’Esecutivo. Il tutto per rimarcare la sua ferma volontà a “fare”, non a “restare” a tutti i costi, come detto più volte pubblicamente; ha illustrato poi il Def e gli ha spiegato come pensa di impostare la legge di stabilità. Intanto ai problemi si aggiungono altre preoccupazioni, legate all’aumento dell’IVA.
Il ministro dell’economia Saccomanni dichiara a riguardo di un possibile aumento iva, al TG1 : “Si tratta, a questo punto, di un problema complessivamente più politico che di finanza pubblica. A nessun ministro delle Finanze fa piacere aumentare le tasse, ma qualche volta è necessario farlo. Lo valuteremo nell’ambito del Governo, per rientrare nel tetto del 3% di deficit-pil sara’ necessaria una “normale manovra di fine anno, che possiamo fare senza ricorrere a particolari misure e che non avrà particolare impatto sulla situazione economica; La crescita è iniziata in questo terzo trimestre e il “quarto sarà positivo. La crescita continuerà nel 2014 e contiamo, nell’arco di 2 anni, di arrivare ad un tasso di crescita del 2%”.
Diciamo che la gente comune, non vede questi segnali di ripresa nella vita di tutti i giorni, ed un aumento dell’Iva avrebbe un effetto “devastante” sopratutto da un punto di vista psicologico, portando ad un’ulteriore contrazione della spesa a causa della paura di un aumento delle spese incontrollato in un momento dove di già si fa fatica a raggiungere la metà del mese. Intanto le critiche a questo esecutivo continuano ed alla pletora di critiche ci si aggiunge Cofferati che afferma : “Se fossi stato un parlamentare italiano non avrei aiutato la nascita di questo governo perché le contraddizioni che sono insite nel rapporto tra uno schieramento e quello avversario stanno esplodendo tutte al netto delle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. Il governo non è in condizione di agire efficacemente perché sui temi importanti, a cominciare da quelli dell’economia che hanno ricadute sul sociale, le opzioni e le opinioni sono divaricate e non c’e’ sintesi possibile”. Ora vedremo come andrà a finire la questione tasse e governo, e vedremo se il “fare” inizi e ridia rilancio al mondo del lavoro.