Brunetta: “formazione e lavoro essenziali per reinserimento detenuti”
Riconfigurare il carcere attraverso cultura e bellezza, questa l’dea del progetto ‘Per Aspera ad Astra’, che coinvolge oltre 1.000 detenuti in percorsi innovativi di formazione professionale nei mestieri del teatro. Nato nel 2018 e attivo attualmente in 16 carceri, grazie ad altrettante compagnie teatrali, il progetto è promosso da ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio) e sostenuto da 12 Fondazioni di origine bancaria.
Nel quadro di un protocollo d’intesa siglato con ACRI lo scorso luglio, il CNEL ha ospitato oggi nella Plenaria Marco Biagi il racconto di questa inedita esperienza di teatro in carcere, con la proiezione del docufilm ‘Qui è altrove’, dove il regista Gianfranco Pannone porta lo spettatore a Volterra, nella Masterclass guidata da Armando Punzo e dalla Compagnia della Fortezza.
“Questa iniziativa vuole essere un momento di condivisione e di riflessione – ha dichiarato il presidente del CNEL Renato Brunetta a margine della proiezione a Villa Lubin del docufilm “Qui è Altrove” – sul valore della formazione e del lavoro per il reinserimento sociale dei detenuti. Un tema che abbiamo posto al centro del programma della nuova Consiliatura, a cui abbiamo dedicato lo scorso 16 aprile la giornata ‘Recidiva Zero’ insieme al Ministero della Giustizia e che ci vede al centro di una fitta rete di rapporti con tanti stakeholders pubblici e privati, quali la stessa ACRI.
Il film proiettato oggi qui al CNEL racconta una storia eccezionale, parte di un progetto che rappresenta un vero caso esemplare di come il carcere possa avere quella funzione riabilitativa prevista dal dettato costituzionale. Con ACRI, una realtà pienamente inserita nella prospettiva sussidiaria che caratterizza l’azione dei corpi intermedi, siamo coinvolti in una proficua collaborazione che ricomprende anche le attività di reinserimento dei detenuti attraverso la formazione digitale, relative al bando ‘Fuoriclasse’, lanciato proprio in queste settimane”.
“Voglio esprimere una testimonianza di quando ero un giovane Ministro della Giustizia ed ebbi un primo incontro con questo progetto di teatro in carcere, assistendo a Volterra a una rappresentazione della Compagnia della Fortezza. Ha inciso profondamente sul mio modo di vedere il tema delle carceri. Una visione che ho poi ritrovato nella lettura del libro scritto dal Santo Padre ‘La speranza non delude mai’, in cui sottolinea la necessità di aprire una finestra tra il mondo dentro il carcere e la realtà fuori dalle sbarre. Papa Francesco ci dice che è cruciale garantire il rispetto della dignità della persona.
E questo vale anche per i detenuti. Tre profili caratterizzano profondamente l’esistenza umana: il contesto delle relazioni con gli altri, il contesto spaziale e il contesto temporale del passato e del futuro. Dobbiamo evitare che il carcere annulli queste tre dimensioni. Per questo è fondamentale coniugare lavoro e carcere, facendo diventare il carcere un laboratorio di speranza”. Così Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale in occasione della proiezione al CNEL del docufilm ‘Qui è altrove’.
MINUNZIO: “NEVRALGICO IL RUOLO DEL CNEL”
“Con Il Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa dei detenuti stiamo procedendo ulteriormente lungo il cammino intrapreso con il progetto ‘Recidiva Zero’. Nevralgico il ruolo svolto dal CNEL anche nell’ambito del recente bando ‘Fuoriclasse’, pubblicato nei giorni scorsi dal Fondo per la Repubblica Digitale e per il quale il Segretariato sta costituendo un apposito sportello volto a fornire supporto e consulenza nei percorsi di reinserimento lavorativo dei detenuti”.
È quanto ha affermato il consigliere CNEL Emilio Minunzio, presidente del Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, insediato lo scorso 23 settembre presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
ALL’ESAME DELLE CAMERE IL DDL CNEL SU FORMAZIONE E LAVORO IN CARCERE
In materia di formazione e lavoro in carcere il CNEL ha presentato lo scorso giugno il Disegno di Legge recante “Disposizioni per l’inclusione socio-lavorativa e l’abbattimento della recidiva delle persone sottoposte a provvedimenti limitativi o restrittivi della libertà personale emanate dall’Autorità giudiziaria”. È il primo Ddl della XI Consiliatura, ora all’esame della Camera dei Deputati e del Senato (Atto Camera n. 1920 e Atto Senato n. 1169).
Uno dei punti centrali del Ddl è l’art. 1, che chiede di modificare la disciplina del trattamento economico del lavoro penitenziario, stabilendo che ai detenuti “si applica il contratto collettivo nazionale territoriale e aziendale stipulato dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello nazionale, applicato nel settore produttivo e alla zona e strettamente connessi con l’attività svolta”.
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