Prato: maxi evasione fiscale nelle ditte apri e chiudi

Sequestro finalizzato alla confisca per circa 5 mln di €, di cui 10 aziende, 18 unità immobiliari, 7 automobili e conti correnti con mezzo milione di €

L’attività investigativa, svolta dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Prato, ha portato all’emersione di una dilagante evasione fiscale e contributiva che risulta essere stata portata avanti attraverso il meccanismo delle imprese “apri e chiudi”, mediante il quale due imprenditori sinici hanno esercitato attività di impresa in costante evasione di imposta, avvalendosi di molteplici prestanome, le cosiddette teste di legno, che si sono succedute periodicamente e la collaborazione di familiari nella conduzione delle imprese.

Le ditte individuali, trascorsi pochi anni dall’avvio, cessavano l’attività appena venivano notificati i primi debiti erariali, spesso di importo rilevante, con lo scopo di evitare ripercussioni negative economiche causate dalle procedure di accertamento. Così i due destinatari delle misure cautelari si sono sottratti al pagamento delle imposte per un arco di tempo quasi ventennale.

Il disegno criminoso emerso è risultato essere lineare: chiudere un’azienda appena arrivava un accertamento, aprirne un’altra a seguire, cambiando la denominazione e l’intestatario.

Nel corso delle investigazioni era stata eseguita ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due predetti indagati amministratori di fatto, per i citati reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e omessa dichiarazione dei redditi, nonché decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni riconducibili ai predetti per un valore di circa 5 milioni di euro: 10 aziende e 18 unità immobiliari, 7 automobili e alcuni conti correnti bancari, ove è risultato rinvenuto oltre mezzo milione di euro.

Nella giornata odierna, sono state concluse le indagini preliminari nei confronti di nove indagati: due imprenditori sinici, titolari fatto di molteplici imprese, e di altri sette cittadini cinesi (quasi tutti prestanome dei primi due e altri familiari degli stessi), per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e di omessa dichiarazione dei redditi, di cui agli artt. 5 e 11 del decreto legislativo n. 74 del 2000.

Le misure applicate non sono state impugnate. Si è assicurata la continuità dell’impresa e la tutela dei lavoratori attraverso la nomina degli amministratori giudiziari per le imprese oggetto di sequestro preventivo. Le investigazioni continuano per verificare se vi sia stata la collaborazione di professionisti.

Le risultanze delle attività eseguite saranno vagliate dal giudice preposto e, dunque, la responsabilità delle persone sottoposte alle indagini dovrà essere valutata nelle successive fasi del procedimento penale. Il principio di non colpevolezza che vige nel nostro ordinamento impone di ritenere accertata la responsabilità penale solo all’esito di una pronuncia di condanna definitiva.

comunicato stampa Guardia di Finanza Comando Provinciale Prato

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