Dalla Dante Alighieri al Conservatorio Cilea, urge aprire dibattito serio sul tema cultura in città

In questi giorni assistiamo ad una vicenda surreale, riguardante la sopravvivenza della prestigiosa università per stranieri Dante Alighieri, istituzione pubblica che ha già in passato rischiato la chiusura. 

Esprimo preoccupazione massima per quanto stiamo leggendo, ritengo opportuno e urgente la convocazione della commissione controllo e garanzia perché la situazione è davvero complessa con uno scenario destabilizzante che richiede un approfondimento serio che debba coinvolgere necessariamente noi consiglieri comunali, così Mario Cardia con un comunicato stampa. Intrighi, accuse, carte bollate e misteri. Nel mentre -come titolano tutti i giornali – la Dante Alighieri sta affondando ed il Ministero lancia l’allarme: “O si trova un socio finanziatore e un Rettore nella sua pienezza entro un anno oppure si chiude”. E sembra anche che la prestigiosa istituzione, per sopravvivere, debba cedersi ad un socio privato.

Alla luce di tutto ciò viene spontaneo interrogarsi sulle istituzioni culturali pubbliche della nostra città.  A tal proposito, accanto alla vicenda della Dante Alighieri, è paradigmatica la situazione del Conservatorio F. Cilea di Reggio Calabria, la prima prestigiosa istituzione di alta cultura in Calabria. Da quasi cinque mesi si trova senza un presidente e un consiglio di amministrazione! Situazione molto grave che rischia di far cadere l’istituzione nella stessa situazione di caos dell’ UNIDA.

Sappiamo che i conservatori soffrono da diversi anni di una crisi di sistema, dovuta a diversi fattori, ma mentre altre istituzioni simili si sono attivate per un rinnovamento radicale, trasformandosi in vere e proprie imprese culturali, la massima istituzione formativa musico-teatrale, viene a svolgere un ruolo marginale, certamente non adeguato alle esigenze di competitività nell’offerta e nella produttività che oggi sono imprescindibili. Succede cosi, che, in una candidatura a capitale italiana della cultura, il Conservatorio Cilea venga completamente ignorato dal Comune, mentre tra i partner leggiamo di ipotetici “laboratori musicali” non meglio specificati.

Potenziali competitors minori, come il conservatorio di Nocera Terinese, 4000 abitanti circa, sono divenuti in pochi anni protagonisti assoluti nell’ offerta formativa non solo regionale, con un ampliamento delle cattedre in tutti i generi musicali, un dipartimento di strumenti etnici, un’ orchestra lirico-sinfonica stabile e  un’ orchestra jazz entrambi della Calabria, master class, campus estivi, opere liriche, festival, rassegne, corsi abilitanti CFU. Solo da un bando AFAM, dello scorso 2023, ha incamerato ben 2.850.000 euro, per produzioni da esportare all’ estero ! E il Cilea ?

Nell’ ultimo periodo nemmeno le consuete masterclass tra i progetti interni, per mancanza di fondi.  Senza un Presidente del CDA, senza una programmazione tempestiva,  come si posizionerà rispetto ai 9 miliardi di euro del ministero derivanti da fondi ordinari, rispetto ai fondi del PNRR e a quelli del piano complementare nazionale, ai fondi di coesione, ai bandi regionali, europei e ad una miriade di cospicui finanziamenti per la cultura e la creatività. Senza citare le strutture musico-teatrali della città, in cui è necessario svolgere un ruolo di primo piano. In questi giorni ci saranno le elezioni per il nuovo direttore del Conservatorio Cilea, crediamo che forse più che una nuova elezione, occorrerebbe lavorare per recuperare gli svantaggi accumulati, sia per il conservatorio che per la città, svantaggi che potrebbero essere nefasti per entrambi, portando il Cilea nella stessa condizione dell’ UNIDA e la città definitivamente all’ ultimo posto in ogni classifica.

Le politiche culturali (e turistiche ) richiedono una nuova riflessione ed approccio, su questo intendiamo aprire un ampio dibattito in città, conclude il Consigliere Comunale Mario Cardia.

comunicato stampa

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