Veneto. Ha il tartufo, ma non lo sfrutta: ecco legge per rimediare

“Può esprimere rendite da 12.000 a 48.000 euro per ettaro”

(DIRE) Venezia, 3 Set. – Il Veneto ha un ‘tesoro’ ma non lo usa. E’ il tartufo. E’ per questo che oggi il Consiglio regionale ha approvato, con 36 sì e 10 astenuti, una legge che disciplina la raccolta, la coltivazione e la commercializzazione dei tartufi. E’ stato il relatore, il consigliere Filippo Rigo (Lega-Liga veneta), a far rilevare che il Veneto è una regione vocata alla produzione di tartufi, ma questa risorsa non è ancora pienamente sfruttata. “I dati della Regione attestano che nel 2020 il numero di tartufai abilitati superava le 4.000 unità, con un trend di crescita che stando alle previsioni dovrebbe ad oggi aver raggiunto le oltre 5.000 unità. Una cifra che a sua volta potrebbe raddoppiare se a quest’ultimi fossero aggiunti i cosiddetti raccoglitori informali. Tra questi, infatti, solamente il 65% intraprende questa attività a fini commerciali e il restante 35% pratica la raccolta come mera attività hobbistica. Infine, le aziende dedite alla raccolta professionale di tartufo e munite di partita Iva ammontano a sole 23 unità, collocate per lo più nella provincia di Vicenza e Verona”, ha evidenziato Rigo. Eppure il Veneto ha numerose aree di produzione e coltivazione di tartufi, anche di pregio. Enoch Soranzo (Fdi) ha citato lo scorzone, l’uncinato, il bianchetto, il nero pregiato e il bianco pregiato, “tutte varietà che prosperano in diverse aree tra cui i Colli Euganei, i Colli Berici, le colline Moreniche del Garda, il Monte Baldo, i Monti Lessini, il Delta Polesano e le zone di Belluno e Treviso”. Peccato che il tartufo veneto non riesca “ad essere valorizzato come dovrebbe, a causa della scarsa attenzione dedicata alla sua promozione”. Potrebbe essere “una notevole risorsa economica per la regione, creando opportunità occupazionali e promuovendo un’identità culturale veneta praticamente sconosciuta”.

Il tartufo “è un tesoro del nostro territorio, e attraverso questa proposta di modifica legislativa vogliamo garantire che sia riconosciuto e valorizzato come merita”, ha aggiunto Soranzo. Rigo, con Marco Andreoli (Lega-Liga), Soranzo e Joe Formaggio (Fdi), ha aggiunto che un’inadeguata valorizzazione della produzione dei tartufi può essere associata al problema dello spopolamento della montagna. “L’attuale normativa appariva ormai datata”, ha detto dunque Soranzo: dopo oltre 30 anni andava aggiornata “per far emergere il potenziale economico e culturale legato a una risorsa poco considerata”. A livello nazionale, il mercato del tartufo si stima valga almeno mezzo miliardo di euro. E il Veneto esprimere “rendite lorde dai 12.000 ai 48.000 euro per ettaro per il tartufo nero pregiato”. Ecco allora che arriva un piano pluriennale di ottimizzazione delle aree tartufigene, l’adeguamento della definizione di tartufaie coltivate con le altre fonti che regolano la materia, demandando alla giunta la determinazione dei criteri e delle modalità di controllo e certificazione delle piante tartufigene. Viene modificata la modalità di riconoscimento delle tartufaie e la composizione della commissione che svolge gli esami per il rilascio del tesserino per la raccolta. Dalla commissione potrà arrivare un parere per la variazione del calendario di raccolta. E ancora: raccolta nei terreni del demanio regionale, tassa per la ricerca e la raccolta dei tartufi da a 100 euro, definita nel dettaglio dalla Giunta, emanifestazioni regionali e nazionali. Previste anche attività didattiche e informative per “sensibilizzare le persone su una preziosa risorsa naturale, e sulla garanzia che la sua coltivazione e raccolta siano condotte in modo sostenibile”, ha detto Soranzo che vede nel settore anche margini di sviluppo turistici. (Mac/ Dire) 17:31 03-09-24

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1