MO. Gaza, accertato caso polio, l’ONU chiede tregua per vaccinare

(DIRE) Roma, 17 Ago. – “La ricomparsa della poliomielite a Gaza dopo un quarto di secolo è un altro segnale preoccupante di quanto caotica, disperata e pericolosa sia diventata la situazione. Non possiamo permettere che la polio si diffonda a Gaza e minacci non solo gli abitanti, ma tutti i bambini della regione. Ma per prevenire la diffusione della polio, abbiamo bisogno di condizioni sul campo che non sono state presenti a Gaza per 10 mesi- con accesso alle forniture necessarie e sicurezza per gli operatori sanitari che somministreranno i vaccini. Abbiamo bisogno di una ‘pausa anti-polio’, in modo che i vaccini possano arrivare a Gaza ed essere distribuiti in sicurezza prima che sia troppo tardi. E soprattutto, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco”. A lanciare l’allarme, e anche un appello, è Catherine Russell, la direttrice generale dell’Agenzia Onu per l’Infanzia (Unicef).

Nei giorni scorsi, dopo 25 anni, le autorità sanitarie hanno trovato tracce di virus della polio nelle acque reflue e ora, come riportano i media internazionali, è stato certificato il primo caso di contagio. Il capo dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sempre su X chiede una tregua di sette giorni per condurre la campagna di vaccinazione: “Si prevede che due round di una campagna di vaccinazione contro la polio saranno lanciati a fine agosto e a settembre a Gaza per prevenire la diffusione della variante del virus circolante. Le pause umanitarie- aggiunge il dirigente dell’Agenzia Onu per la salute- sono essenziali affinché i vaccini salvavita raggiungano tutti i bambini bisognosi. Chiediamo a tutte le parti di attuare pause umanitarie per sette giorni durante ogni round della campagna.

In definitiva, il miglior vaccino per tutti i bambini di Gaza è la pace”.  Dichiarazioni, quelle dei vertici delle Nazioni Unite, che arrivano mentre le forze israeliane continuano ad ordinare evacuazioni di massa, indicando anche aree precedentemente indicate come “sicure” per gli sfollati. Ieri, il bilancio dei morti dal 7 ottobre ha superato quota 40mila. Gli ultimi quindici civili uccisi nell’attacco della notte scorsa nel campo profughi di Az-Zawayda, nel centro della Striscia. Come avvertono gli organismi umanitari, i continui sfollamenti e la perdita delle case da parte nei civili, distrutte nei bombardamenti, ha spinto gli oltre 2 milioni di palestinesi di Gaza nell’insicurezza sanitaria. Negli attacchi è stata distrutta anche la maggior parte gli impianti idrici, dei desalinizzatori e dei sistemi fognari, a cui si aggiunge la mancanza di cibo e farmaci per via del blocco agli aiuti imposto dal governo di Tel Aviv. (Alf/Dire) 12:08 17-08-24

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