Maltempo. Emilia-Romagna, assemblea Regione: chiedere stato emergenza

Nel pomeriggio approvato odg in aula sottoscritto da PD e Lega

(DIRE) Bologna, 26 giu. – La Giunta Bonaccini chieda lo stato di emergenza per l’ondata di maltempo che si è abbattuta in questi giorni in Emilia. Il sollecito arriva dall’Assemblea legislativa, che questo pomeriggio ha votato un Ordine del giorno che va in questa direzione, collegato alla variazione di bilancio in approvazione oggi. L’Odg, sottoscritto da Pd e Lega, impegna la Regione per il ripristino della viabilità nei territori delle province di Piacenza, Parma, Reggio-Emilia e Modena colpite dal maltempo di questi giorni. In più si chiede alla Giunta di attivarsi per la richiesta dello stato di emergenza al Governo per il risarcimento dei danni subiti da privati e aziende, oltre a porre in essere ogni azione utile per la pulizia dei corsi d’acqua, in modo da scongiurare il rischio di ostruzione dei corsi d’acqua legato al trascinamento a valle di materiale e legname al ripetersi di nuove ondate di piena. Esulta la Lega.

In questi giorni in Emilia, rileva il consigliere regionale del Carroccio Emiliano Occhi, si sono registrati “130 millimetri di pioggia cumulata nel bacino dell’Enza, con punte fino a 160 millimetri, 125 in quello del Parma, 120 in quello del Crostolo, 113 in quello del Secchia, con picchi fino a 190 millimetri, fino ai 90 millimetri per Taro e Nure. Nella sola giornata del 24 giugno risultano essere caduti 112 millimetri di pioggia sull’area di montagna e collina delle province di Parma, Reggio e Modena: il massimo storico”. Sul territorio, continua Occhi, si contano poi “decine di strade interrotte da frane e smottamenti in collina e montagna, mentre si sono registrati allagamenti ai piani bassi delle case, nonché il crollo di piccoli ponti. Alcune famiglie sono state evacuate e soccorse dai Vigili del fuoco con i gommoni a Langhirano, Mulazzano e Campogalliano”.

Il territorio dell’Emilia-Romagna quindi “si mostra ancora una volta fragile- afferma il leghista- occorre una pianificazione di bacino partendo dagli invasi più grandi, come la Diga di Vetto. Ma serve anche una pianificazione a livello locale, per esempio la pulizia di boschi, dei corsi d’acqua, dei rii, e una gestione delle ghiaie, che potrebbe aiutare i Comuni”. Occorrono poi “bacini di laminazione- continua Occhi- per fare in modo che questa acqua che non si infiltra più nel terreno perché è impermeabilizzato riesca a immagazzinarsi in un altro modo senza creare danni”. (San/ Dire) 18:22 26-06-24

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1