Carcere. A Bologna è emergenza giovani: mai così tanti in cella

Avvocati: numeri inediti anche al minorile, pesa decreto Caivano

(DIRE) Bologna, 26 Giu. – Nel carcere di Bologna non ci sono mai stati così tanti detenuti giovani. Una vera e propria “emergenza”, la definisce Massimo Ziccone, responsabile dell’area educativa della Dozza, partecipando oggi a una commissione del Consiglio comunale. “Non abbiamo mai avuto una situazione così. Io lavoro in questo carcere da 33 anni e ho una certa storia che mi consente di dire- afferma Ziccone- che non c’è mai stato un numero così elevato di giovani persone all’interno”. Al momento, “sono 59 i detenuti che hanno massimo 25 anni e che quindi rientrano tra i giovani adulti. E’ un numero veramente elevato”, sottolinea Ziccone. Di questi, poi, “20 sono sotto i 22 anni e se consideriamo che nel nostro Paese i minorenni stanno da un’altra parte- continua il responsabile dell’area educativa- è un numero veramente esagerato, che ci pone problemi inediti che dobbiamo assolutamente affrontare”. Sempre Ziccone segnala che sul totale dei giovani adulti sono soltanto due i detenuti che provengono dall’Istituto penale minorile del Pratello, mentre è significativo notare che sul totale dei 59 sono 27 i detenuti con pena definitiva e 32 i non definitivi. Vuol dire che al momento su queste fasce di età “sicuramente si usa la custodia cautelare in modo importante”, rileva Ziccone: “Un dato che fa riflettere, perché invece in carcere in questo momento abbiamo una larga prevalenza di definitivi”.

Al contempo, “purtroppo c’è un grande numero di detenuti anche nell’Istituto minorile e questo è un dato nuovo per la città”, afferma Antonella Rimondi, referente della Commissione penale dell’Ordine degli avvocati: “Approfondiremo questo studio, ma riteniamo che questo sia dovuto anche ad alcuni provvedimenti, come il decreto Caivano, che vanno nella direzione dell’uso della custodia cautelare anche per i minori, in un clima normativo e legislativo che è abbastanza preoccupante e che occorre modificare, facendo capire alle persone che la condanna non può essere morte civile”. (Pam/ Dire) 18:02 26-06-24

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