di Giuseppe Dattola – Alla fine della scorsa stagione, sia la dirigenza che lo staff tecnico avevano detto che avrebbero fatto di tutto per confermare buona parte degli atleti che avevano disputato un’annata eccezionale sotto la spinta di coach Francesco Ponticello, il quale è stato il primo tassello della nuova versione neroarancio. Dopo settimane di trattative, la dirigenza non è riuscita a trattenere in riva allo stretto il talentuoso Piazza ma dovrebbe ripartire da un paio di volti noti che hanno fatto delle grandi cose l’anno passato. Sabbatino, Ammanato e Fabi faranno ancora parte della compagine dello stretto che ha fatto di tutto per confermarli anche se c’è da dire che i ragazzi hanno accettato una piccola riduzione dei rispettivi ingaggi per continuare la loro avventura a Reggio Calabria. Lo staff tecnico è stato molto felice di sapere di poter continuare a lavorare con uomini che conoscono perfettamente il modo di giocare dell’ex tecnico di Matera e che si sono rivelati dei professionisti seri e con grandi motivazioni nonostante siano in momenti differenti delle loro carriere. Giovani come Fabi e Sabbatino i quali vogliono costruirsi un percorso importante e sanno che la Viola gli offre una grande possibilità per raggiungere questo obiettivo. Ammanato, invece, vuole confermarsi come uno dei centri della categoria e rimanere agli ordini di un allenatore che lo ha valorizzato al meglio dato che Ponticello sa come esaltare le doti di uno dei pivot più tecnici del campionato e che è cresciuto tantissimo nel corso dell’ultima stagione. i ragazzi sanno che avranno anche il compito di agevolare l’inserimento dei nuovi arrivati ai quali dovranno fare capire l’importanza di vestire la maglia prestigiosa come quella della Viola. La base di partenza è buona e la dirigenza ha fatto di tutto per avere un piccolo zoccolo duro dal quale ripartire e l’obiettivo è stato quasi del tutto raggiunto. Adesso si ricomincerà a lavorare con i tifosi che sono molto felici di rivedere ancora una volta giocatori che si sono fatti apprezzare sia per quanto fatto sul campo sia per le loro doti umane dato che Reggio Calabria guarda l’atleta a trecento sessanta gradi non solo se sa fare canestro.