‘Con monopolio ‘ndrangheta nel movimento terra sversamenti ovunque’
(DIRE) Milano, 19 Apr. – In Italia nel 2022, l’ultimo anno preso in analisi dal rapporto sulla criminalità ambientale di Legambiente, sono stati sequestrati 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti prevalentemente ‘speciali’ (ossia generati dalla produzione industriale, alcuni dei quali tossici). A riferirlo Sergio Cannavò, il responsabile del Centro di Azione di Legambiente Lombardia, nel corso dell’odierna commissione Antimafia al Comune di Milano, in cui è emerso un altro riscontro preoccupante, ossia che una inchiesta su quattro negli ultimi 20 anni sul tema interessa la Lombardia, territorio dove negli ultimi anni i rifiuti vengono interrati vicino a svincoli di tangenziali o vicino a cantieri edili legati a clan mafiosi. “Dovete immaginare una lunga colonna composta di 115.000 tir e lunga 1.500 chilometri, che parte da Trapani e arriva a Venezia”, dice. Non solo, ma a quanto si evince dal rapporto “la tendenza è quella nei nostri territori a vedere un allargamento dei traffici di rifiuti su una scala che non è più solo quella nazionale. Ma addirittura, in modo sempre più significativo, prendono rotte che valicano i confini italiani”. C’è poi da dire che questi 2,8 milioni non rappresentano ovviamente la totalità dei rifiuti speciali messi illegalmente sul mercato in Italia, ma quelli appunto emersi e rintracciati in attività di indagine, altrimenti i numeri si alzerebbero. “Noi non sappiamo quanti sono i rifiuti smaltiti e gestiti illegalmente nell’ultimo anno in tutta Italia. Sappiamo quelli di cui è venuta a conoscenza la magistratura con la collaborazione delle forze dell’ordine- osserva Cannavò- e dobbiamo sempre ricordarci che c’è quella che i criminologi chiamano cifra che invece non emergono e di cui quindi non sappiamo nulla e che non possiamo quantificare”.
Un dato interessante sulla Lombardia, invece, si può cogliere dallo storico delle inchieste sul ciclo illegale dei rifiuti relative al reato di ‘Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti’ a partire dalla sua istituzione (2002) fino all’aprile 2023. Analizzando i dati, come osserva Cannavò, “vediamo che quasi l’11% di queste si colloca in Lombardia, ma se a queste inchieste completamente lombarde, diciamo così, aggiungiamo quelle altre 75 inchieste che sono state condotte da procure della Repubblica che hanno sede fuori dalla Lombardia, ma che hanno coinvolto aziende intermediari, laboratori di analisi o siti di destinazione dello smaltimento allegale situati all’interno della Lombardia, quella percentuale dell’11% diventa il 23,5%”. Come hanno evidenziato diverse inchieste giudiziarie e la Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti nella sua relazione sulla Lombardia del 2012, come si legge nel rapporto, “la posizione quasi monopolistica delle imprese legate alla mafia calabrese nel settore del movimento terra ha creato un insieme di opportunità di smaltimento a breve distanza soprattutto mediante le tecniche dello sversamento in discariche abusive o dal tombamento in terreni privati, in cave abbandonate e in terrapieni in prossimità, soprattutto, degli svincoli delle tangenziali oppure in cantieri edili in qualche modo legati ai clan”. (Nim/ Dire) 19:33 19-04-24