(DIRE) Firenze, 12 Mar. – Nascono a Firenze i primi cinque orti urbani (e in due ci saranno anche dei frutteti), ovvero aree all’interno di spazi e giardini pubblici dove cittadini e associazioni potranno sperimentare la coltivazione condivisa. Si tratta del primo progetto del genere in città, con gli orti che saranno affidati a gruppi di cittadini, associazioni e realtà dei quartieri per una gestione comunitaria, attraverso lo strumento dei patti di collaborazione, previsto dal regolamento dei beni comuni, con l’impegno a realizzare anche attività di educazione, socialità e cultura finanziate con 110.000 euro.
Il progetto, promosso dall’assessore all’Ambiente Andrea Giorgio e sostenuto dalla Fondazione Cr Firenze, sarà attuato grazie all’associazione Rete Semi Rurali e alla Società Toscana di Orticultura. In ogni quartiere, quindi, è stata individuata un’area ad hoc: il parco della villa di Rusciano; il chiostro della biblioteca Thouar; il giardino del Malcantone; il giardino del Lippi; il giardino del Gozzini, proprio davanti al carcere di Sollicciano, dove anche i detenuti saranno protagonisti del progetto. In totale si tratta di oltre 1.100 metri quadrati messi a disposizione per la coltivazione- tra orti in cassone e a terra- e di più di 60 alberi da frutto.
Il progetto prevede una durata iniziale di tre anni. Le aree, che saranno coltivate in modo condiviso, potranno essere trattate solo con agricoltura biologica e biodinamica, privilegiando semi locali e tradizionali.
“E’ il primo progetto di agricoltura urbana condivisa nella nostra città. Ci tengo molto perché tiene insieme ambiente e comunità con l’obiettivo di creare dei luoghi di educazione, condivisione e socialità nei diversi quartieri rigenerando gli spazi verdi”, sottolinea l’assessore Giorgio.
“Aggiungiamo agli orti sociali, molto apprezzati, anche questi nuovi spazi in condivisione. Unico nel suo genere sarà poi il progetto su Sollicciano, dove l’orto verrà gestito come luogo di incontro tra chi vive nel carcere e la cittadinanza, per ricostruire relazioni e avvicinare le persone a un luogo troppo spesso dimenticato”.
Nel progetto, prosegue la vicepresidente di Fondazione Cr Firenze, Oliva Scaramuzzi, “crediamo molto”, perché “permette l’utilizzo e la riqualificazione di aree verdi, favorendo al tempo stesso la nascita e lo sviluppo di attività finalizzate alla formazione e alla socializzazione dei cittadini attorno a sani stili di vita, all’uso di agricoltura biologica e dello sviluppo sostenibile. E’ anche una modalità per valorizzare spazi di verde pubblico salvaguardando la tutela dell’ambiente e migliorandone la fruibilità anche con attività didattiche e di educazione ambientale”. (Dig/ Dire) 14:29 12-03-24 (foto di repertorio)