(DIRE) Roma, 10 Nov. – Boom di lavoratori anziani in Italia. Superata nel 2022 la soglia del 37% dei lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Erano il 21% nel 2005 e il 27% nel 2012. E più di un imprenditore su quattro, tra quanti hanno ravvisato l’invecchiamento del proprio personale, giudica tale fenomeno uno svantaggio, che potrebbe compromettere la capacità di gestire i carichi di lavoro o di impiegare nuove tecnologie, l’adattabilità a nuove mansioni e la disponibilità alla flessibilità di orario. Inoltre, il 41% valuta non adeguate le competenze digitali dei lavoratori in età più avanzata e più della metà ritiene che sarebbe utile svilupparle ulteriormente.
Sullo sfondo di un Paese che invecchia ha preso il via la fase operativa dell’accordo triennale di collaborazione, stipulato il 31 dicembre 2022, tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le Politiche della Famiglia) e l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. L’accordo, infatti, è finalizzato alla collaborazione in materia di invecchiamento attivo, alla luce dell’adozione della Legge 33/2023 recante ‘Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane’. Tale collaborazione si colloca nel quadro dell’attuazione a livello nazionale della Strategia di attuazione del Piano di Azione internazionale di Madrid sull’Invecchiamento Attivo (MIPAA).
Il programma di lavoro è stato presentato nel corso dell’incontro di apertura presso la sede del Dipartimento per la Politiche della Famiglia. Nell’occasione i partner del progetto hanno condiviso obiettivi e attività da realizzare nel prossimo triennio partendo dall’individuazione e attuazione di politiche e strategie di promozione dell’invecchiamento attivo capaci di soddisfare i bisogni e le necessità emergenti, alla luce dell’andamento demografico del Paese.