Reggio di Calabria ha dato un valido contributo al Risorgimento come scrive Lucio Villari nel suo libro “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento” (Editori Laterza). Villari racconta l’insurrezione reggina del 2 Settembre 1847 e narra che la notizia aveva entusiasmato le nobildonne milanesi tanto che adottarono un cappello detto “alla calabrese”: a forma di cono, di feltro grigio o nero. Un segno di affetto patriottico verso la città dello Stretto. Ma nel febbraio 1848, il governatore di Milano ne proibì l’uso. Lucio Villari cosi commenta l’episodio: “Fu una salottiera ma non innocente provocazione politica cui parteciparono alcune delle aristocratiche più note di Milano”. L’Unità d’Italia doveva ancora realizzarsi: ma essa era già viva nel cuore degli italiani. In un articolo – pubblicato da Historica (Fasc. 4, 1961) – il prof. Borzumati scrive: “Con nostra viva soddisfazione, in occasione del Centenario dell’Unità, abbiamo potuto apprendere dalla stampa che, l’on. prof. Salvatore Foderaro e il sen. Michele Barbaro hanno chiesto al Ministro degli Interni di studiare la possibilità del conferimento alla città di Reggio Calabria della Medaglia d’Oro per la fattiva partecipazione della popolazione di Reggio e provincia ai moti del Risorgimento (cfr. Gazzetta del Sud, agosto 1961).” Il prof. Borzomati prosegue poi ricordando che analoga richiesta era stata formulata nel 1898 dall’on. Biagio Camagna. Entrambe le richieste ebbero – per vari motivi – esito negativo. Dopo tanti anni, credo sia ormai giunto il momento di concedere a Reggio di Calabria un’onorificenza per il suo impegno risorgimentale a favore dell’Unità d’Italia.
Tonino Nocera