Lavoro. INL: Ministero Salute non all’altezza su prevenzione incidenti 

Pennesi: serve regia di carattere nazionale, oggi ognuno va per per sé

(DIRE) Bologna, 12 Ott. – “Vorremmo una regia alta che ci guidi, con obiettivi certi per conseguire risultati efficaci che ci possano far dire ‘abbiamo evitato qualche morto in più'”. Non usa giri di parole il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Paolo Pennesi, secondo il quale la competenza del ministero della Sanità sulla prevenzione degli incidenti non sta dando i frutti sperati.

“Siamo in assenza di una strategia nazionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro, il ministero salute non è all’altezza di fare questo mestiere”, sostiene Pennesi nel corso della conferenza stampa di presentazione del Festival internazionale della salute e sicurezza sul lavoro in occasione di ‘Ambiente lavoro’, l’evento in corso alla Fiera di Bologna.

“Inserire il tema della prevenzione in logica sanitaria è frutto della logica che aveva guidato la riforma sanitaria del ’78, ma oggi mi sembra venuta meno la ratio, perché si dimostra quotidianamente che il ministero della Salute ha una vocazione esclusivamente di carattere sanitario. Tuttavia, la prevenzione di sanitario ha poco, è tecnica, mentre le questioni tecniche non trovano una loro allocazione”, spiega Pennesi a margine della Conferenza stampa.

C’è un comitato che “non funziona, si fanno due riunioni all’anno in cui non si conclude nulla. Se si vuole aggredire il tema della prevenzione degli infortuni, ci vuole una strategia unitaria fatta da un soggetto deputato, con una scelta chiara e definita, dove vari attori trovano loro terreno di competenza e ognuno esercita il proprio ruolo. Oggi è ‘ognuno va dove gli pare’ e le risorse rischiano di essere disperse”, ammonisce il direttore dell’Ispettorato del lavoro.

“Con i 2.500 ispettori che tra noi e il sistema delle ASL riusciamo a mettere in campo quotidianamente per i controlli, se non hanno una regia dietro, obiettivi chiari precisi e compiti concordati, non si riesce a fare azione coordinata e mirata. I controlli non risolvono da soli il problema, ma aiutano sul piano della deterrenza”, osserva Pennesi.

“Sotto Bologna il problema è complicato. Tutto è lasciato alla buona volontà delle singole ASL. Manca una regia di carattere nazionale, quella prevista non funziona. Siamo allo spontaneismo, da parte nostra e delle ASL”, lamenta il direttore. “La sensibilità c’è, ma il tema è che bisogna passare alla fare operativa. ‘Dobbiamo fare’, ma chi deve fare? Noi il nostro mestiere lo mettiamo a disposizione, ma siamo un pezzo”. conclude. (Red/ Dire) 13:18 12-10-23

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