10:00 – Ancora una notte di violenze in Francia, esattamente si tratta della quinta, da quando parte del Paese è messo a ferro e fuoco. Ormai i francesi vivono giorni d’angoscia per gli scontri ed i saccheggi causati dalla rivolta popolare nata dopo l’uccisione del 17enne di origine maghrebina da parte di un poliziotto a Nanterre.
Nella sola notte appena trascorsa sono stati effettuati 486 arresti dei quali 194 solo nella città di Parigi, nella Capitale sono stati schierati i blindati delle Forze dell’Ordine.
Ma le città coinvolte dalla violenta protesta sono anche altre: Marsiglia, Nizza, Lione per citare i quelle più importanti e conosciute ma anche in piccoli centri si sono verificate le stesse situazioni che alcuni media hanno riproposto.
L’età media dei rivoltosi, per lo più gente che abita nelle periferie, le note Banlieue, è francese di 2 o 3 generazione, è ha di 17 anni. Dall’inizio della ribellione in Francia, sono arrestate oltre 1.300 persone.
Ad una prima analisi sociopolitica, sembrerebbe che il sistema socio\politico francese, quello di uno dei tre paesi fondatori dell’UE, sia in profonda crisi. Quella di oggi è solo una delle ultime rivolte di piazza, certo forse la più violenta, contro l’amministrazione Macron. Ricordiamo infatti le proteste di piazza in Francia, sempre accompagnate da pesanti violenze, contro le misure covid, contro l’aumento dei carburanti e ultime quelle della riforma pensionistica.
Nonostante i media “amici” e la consueta macchina di propaganda dei Dem unita al ban da parte delle piattaforme social, chiesto dallo stesso Emmanuel Macron, la situazione in Francia è molto più preoccupante di quella che viene fatta percepire.
E’ di questa mattina la notizia che anche a Losanna, in Svizzera, si sono registrasti scontri e saccheggi nel quartiere Flon. Una folla di 200 persone hanno affrontato le forze di polizia organizzate in assetto anti sommossa.
Fabrizio Pace
