“Padre”, interiorità ardente ed esplosiva, di Giuseppe Bonaccorso

Laureato all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, nel corso della sua vita professionale Giuseppe Bonaccorso ha guadagnato un posto di tutto rispetto tra gli artisti più influenti della città. Nato a Roma nel 1967, espone nel 1989 a Expo Arte Bari e da lì la sua carriera artistica è un’escalation di mostre ed eventi a cui partecipa e riceve apprezzamenti dal grande pubblico.

“Padre” di Giuseppe Bonaccorso

Partecipa alla performance ModArt di Roma per ben 3 anni consecutivi dal 1992 al 1994. Nel 1994 espone con una mostra personale presso la Galleria “La Porta Rossa” di Catania e nel 1996 presso Spazio Fort Crest a Milano. Con il 1997 sfonda le barriere nazionali e approda a New York partecipando alla mostra “The Italian Connection” della Clayton Gallery. Dal 2000 espone spesso a Reggio Calabria con mostre collettive in location d’eccezione, per poi spostarsi anche in Puglia e in Sicilia, tornando spesso a Roma e Milano, mostrando così la sua arte e promuovendo quella del territorio in cui attualmente vive e opera. Nel 2023 ha esposto presso il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza durante il Mese della memoria tenutosi tra Gennaio e Febbraio.

Attualmente Giuseppe Bonaccorso predilige realizzare le sue opere con materiali di recupero, dando particolare rilievo alle piccole cose della vita quotidiana, attraverso contrasti cromatici di infinta drammaticità ed equilibrio formale.

Presso l’Atelier d’Arte dell’Associazione Dedalo, sito in via Salvatore Quasimodo n. 5, espone l’opera “Padre”, tecnica mista su carta, raffigurante una enorme casa in fiamme su un sasso.

Nella sua semplicità stilistica, l’opera nasconde un significato profondo e duplice allo stesso tempo. “Definisco l’opera un riparo instabile senza futuro. Interiorità ardente che sale ed esplode in azione distruttiva. Il padre che simbolicamente rappresenta la legge, l’istituzione, lo Stato che oggi è pericolosamente in crisi. Equilibrio del Padre dall’Anima fragile pronto ad essere sacrificato”, afferma l’artista.

Giuseppe Bonaccorso si mostra come un uomo tendente alla mezza età, ben vestito e particolarmente attento alla propria cura personale. Le sue caratteristiche fisiche sembrano riproporsi nell’opera “Padre”, rendendola forse autobiografica, sotto forma di casa, il “riparo” della vita umana, il “posto sicuro” in cui rifugiarsi nelle difficoltà; eppure, proprio come lo sguardo che l’artista volge al proprio presente e futuro, instabile, in bilico su un enorme masso.

Il sasso gigante alla base dell’opera potrebbe raffigurare il peso che un padre deve sopportare nella sua vita, le difficoltà, i dubbi, le incertezze, e tutto ciò che la lunga vita umana nasconde sotto la casa.

Nell’angolo in alto a destra emergono delle fiamme, simbolo di sacrificio, ma anche di corrosione del legno di cui è composta la casa. Un uomo forte e possente, però facilmente distruttibile.

I neri contrapposti ai colori pastello definiscono i lineamenti dei soggetti dell’opera. Il decadimento dell’abitazione è evidenziato da chiazze di colore gettate con particolare sapienza e attenzione qua e là sulla carta. L’unico soggetto che non presenta il nero è il fuoco che arde libero e evanescente, ma non manca di attirare l’attenzione con i suoi colori brillanti dati dai gialli e dai rossi particolarmente forti e in contrasto con le cupe tonalità del resto dell’opera.

Silvana Marrapodi

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