Urgenza è salvaguardare potere acquisto famiglie e consumi. L’’erosione del reddito disponibile è del 16%
La conferma del dato sulla crescita dei prezzi a maggio, diffuso oggi dall’Istat, ribadisce che il percorso di rientro dell’inflazione è lento: secondo le nostre stime quest’anno si dovrebbe registrare un 5,7% e si dovrebbe arrivare ad un livello prossimo al 2% solo nel 2026.
Così l’Ufficio economico Confesercenti in una nota. Continua, pertanto, l’erosione del reddito disponibile (stimiamo il 16% tra il 2022 ed il 2025) e questo avrà un impatto anche sulla ripresa dei consumi, che rallenta anch’essa: nel 2025 dovrebbero mancare ancora 18 miliardi rispetto ai livelli pre-pandemia.
Per il settore del commercio, il rialzo dei prezzi comporta una ulteriore criticità legata ad un possibile effetto di minori consumi: c’è il rischio che entro il 2023 chiudano altre 73mila imprese del commercio.
L’urgenza è di salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie che stanno ancora attingendo, dove possibile, alla riserva di risparmi per mantenere livelli di consumo stabili, ma che potrebbero decidere di effettuare ulteriori selezioni, visto che già le spese obbligate guidate dai prezzi degli energetici e, ad esempio, il pagamento di interessi crescenti sui mutui (ancora ieri la BCE ha deciso un ulteriore aumento) stanno spostando risorse verso voci incomprimibili.
comunicato stampa Confesercenti