Tanzania. L’ONU costretta a dimezzare le razioni per i profughi

(DIRE) Roma, 1 Giu. – L’Ucraina resta in cima ai notiziari, il conflitto in Sudan aggrava le cose e accade allora che per le persone rifugiate in Tanzania le razioni siano dimezzate: a comunicarlo il World Food Programme (WFP), l’agenzia dell’ONU incaricata delle distribuzioni di cibo in emergenza.

Il Paese dell’Africa orientale ospita oltre 200mila rifugiati, giunti sia dal Burundi che dalla Repubblica democratica del Congo, in particolare dalla provincia del Nord Kivu, dove fu assassinato l’ambasciatore Luca Attanasio e dove continuano purtroppo gli agguati di gruppi ribelli.

Il WFP calcola in 2.100 kilocalorie il fabbisogno per persona minimo raccomandato. Già con la pandemia di Covid-19 si era però stati costretti ad abbassare la soglia e poi nel marzo scorso si era passati dall’80 al 65 per cento delle porzioni consigliate.
Piatti ora dimezzati, da giugno, causa mancanza fondi. “Alcuni contributi sono arrivati in tempo ma purtroppo dobbiamo prendere una decisione difficile, proprio mentre le necessità crescono” ha denunciato Sarah Gordon, direttrice del Wfp in Tanzania. “Ci servono subito 21 milioni di dollari per scongiurare tagli che inevitabilmente colpirebbero i più bisognosi nei campi profughi”.

Le comunicazioni sono state rilanciate dalla stampa di Dar es Salaam. “A complicare la situazione”, sottolinea il giornale Tanzania Daily News, “è il fatto che di recente il Paese è stato interessato da un aumento di arrivi, in particolare dalla regione del Nord Kivu”. Pesano anche i rincari dei beni alimentari. “I bisogni”, annota il quotidiano, “superano di gran lunga le risorse disponibili”.

Accade anche in Sudan, dove da metà aprile continuano gli scontri tra fazioni militari. Solo per aiutare chi rischia di non mangiare, calcola il Wfp, entro fine anno serviranno 730 milioni di dollari.  (Dire) 14:24 01-06-23

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