Oggi ennesima protesta a Piazza Italia, divenuta ormai il luogo di ritrovo di chi, oltre al lavoro rischia di perdere il futuro. Il confronto non è più politico, ma tecnico giuridico tra chi ha il diritto dovere di rappresentare la Città e che ha il sacrosanto diritto a vivere nel luogo in cui è nato e dove ha i propri affetti. Il sistema istituzionale italiano va verso un cambiamento epocale e la Città Metropolitana di Reggio Calabria, costruita con i sacrifici di destra e di sinistra, da realizzare con il contributo di tutti, può essere la chiave di volta per sostenere lo sviluppo della futura istituzione locale. Sento la necessità di intervenire nel dibattito nella mia qualità di eletto di questa città, di Presidente del Consiglio Provinciale e di Componente Italiano del Consiglio d’Europa. Avverto la necessità dei miei concittadini di avere dei riferimenti politici che oggi non esistono più. Per questo nei mesi scorsi ho chiesto un incontro con i Commissari Prefettizi per parlare assieme ai consiglieri provinciali eletti nei collegi di Reggio Calabria, di come sarà suddiviso e gestito il nostro territorio. Da riunioni informali si è pensato di suddividere la città in cinque o sei municipi secondo il dettato della legge, riprendendo l’ipotesi ferma in Prefettura proposta dal Consiglio Comunale solo qualche anno fa. Bisogna riscrivere le regole. Importa poco se il nuovo Sindaco della Città Metropolitana sarà Maso Canale, piuttosto che Peppe Falcomatà o Daniele Romeo, perché con le regole giuste e l’attenzione delle istituzioni potremo dare risposte alla nostra gente. Mi spiace solo di non essere nella mischia perché forse sono vecchio essendo over 40, ma sono in buona compagnia considerate le ambizioni di tanti a ricominciare a fare politica o diventare Primo Cittadino. Qualcuno rinuncerebbe pure al Consiglio Regionale o alla carica di Deputato o Senatore pur di scrivere il proprio nome nella storia di Reggio Calabria. Presto il dibattito sarà portato in consiglio provinciale, dopo aver appreso la sentenza della Corte Costituzionale, il due luglio prossimo, riguardo la legge di abolizione delle Province. Presto inizieranno a proporsi i “nuovi politici” tra primarie, raccomandati e inviati romani. Io credo invece che chi ricopre ruoli o incarichi istituzionali debba uscire allo scoperto oggi con un atteggiamento serio e rispettoso, verso chi lo ha sempre votato, riponendo il lui, progetti e speranze che sono stati il più delle volte disattesi.
Il Presidente Antonio Eroi