USA. Aborto, in Virginia stop alla legge che tutelava l’App sul ciclo

La norma impediva alla Polizia di avere i dati  delle indagini sugli aborti

(DIRE) Roma, 16 Feb. – Il governatore della Virginia Glenn Youngkin ha bloccato un progetto di legge che puntava a impedire alla polizia di utilizzare i dati delle app che le donne usano per tenere traccia del proprio ciclo mestruale sul proprio smartphone o altri dispositivi elettronici. La legge era stata approvata dal Senato della Virginia guidata dai democratici, e sostenuta da metà dei repubblicani.

L’esigenza di proteggere i dati sanitari delle persone era stata motivata dal timore che le forze dell’ordine potessero usare quei dati in tribunale nei procedimenti contro le donne accusate di aborto. Il governatore è riuscito però a far naufragare il disegno di legge alla Camera dei Rappresentanti, adducendo “minacce non meglio specificate alla possibilità degli inquirenti di fare il loro lavoro, come hanno riferito i media amercani. Secondo il Washington Post, Maggie Cleary, vicesegretario alla pubblica sicurezza di Youngkin, ha inoltre spiegato che “non è responsabilità del legislatore limitare l’ambito dei mandati di perquisizione”.

Se da un lato “l’amministrazione comprende l’importanza della privacy delle persone”, secondo Cleary, dall’altro lato “questo disegno di legge sarebbe il primo nel suo genere di cui sono a conoscenza, in Virginia o altrove, che fisserebbe un limite a ciò che i mandati di polizia possono fare”.

“Questo è un caso unico”, ha dichiarato Barbara Favola, la senatrice democratica promotrice della proposta di legge, “perché ci sono poche cose private e personali come i dati mestruali delle donne”.

Youngkin ha già dichiarato che è pronto a firmare una legge che renda reato l’aborto. L’interruzione di gravidanza è infatti divenuta un crimine in molti Stati dopo che a fine giugno scorso la Corte Suprema ha abrogato la storica sentenza del 1973 Roe v. Wade, con cui veniva riconosciuto tale diritto. Questa decisione ha permesso a molti Stati federali di introdurre leggi che vietano l’aborto.

L’ultimo è il Kentucky, dove proprio ieri è passata una norma penale che equipara l’interruzione volontaria all’omicidio tranne in caso di rischi per la vita della madre. Come hanno osservato le associazioni per i diritti, però, la legge non solo non tiene conto della libera scelta delle donne, ma di fatto impedisce l’aborto anche nei casi di violenza sessuale o incesto. (Alf/Dire) 18:10 16-02-23

 

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