Solenne manifestazione per l’intitolazione del Largo in Contrada Luppinari a Croce Valanidi a Francesco Macheda – caporal maggiore e valoroso legionario
Un momento importante ed istituzionale con figure di alto livello ha dichiarato il presidente de “Le Muse” prof. Giuseppe Livoti prima della scoperta della targa poichè il cap. maggiore non è stato mai riconosciuto come servo dedito alla Patria e nè come valoroso soldato ed uomo pieno di stima e benevolenza. Rimasero solo pianti e disperazione da parte di chi lo aspettava a casa e di chi forse ha un vago ricordo di quello che doveva essere il padre tanto desiderato. Così proprio per dare giusto riconoscimento e segno tangibile della sua vita e del suo sacrificio è nata la proposta alla Commissione toponomastica del comune di Reggio Calabria di rendere omaggio e fare memoria nel territorio di appartenenza del caporal maggiore, ovvero Croce Valanidi ed in particolare nella Contrada Luppinari, territorio che ha visto Francesco Macheda vivere con la sua famiglia. Nato il 20 Novembre 1906, Francesco Macheda, figlio di umili contadini, ha servito con fedeltà ed onore la propria patria dal 1926 al 1927. Alla giovane età di 32 anni, Il 5 aprile 1939 fu richiamato alle armi per servire l’Italia nell’invasione italiana dell’Albania. Imbarcatosi a Brindisi, con il 78° reggimento Fanteria “Lupi di Toscana”, raggiunse l’Albania per sbarcare a Durazzo. Il 3 agosto 1939 presso l’ospedale militare di Tirana (Albania), la sua vita fu spezzata, per cause ancora sconosciute, a seguito di un’emorragia cerebrale causata, forse, da un incidente stradale dell’autocarro sul quale viaggiava il Caporale. Francesco stava rientrando a casa, dopo aver ricevuto il nulla osta per tornare dalla moglie Serafina Logoteta e dai suoi quattro bambini: Antonino (1930 – 2013), Domenico (1932), Leandro (1935 – 2011) e Carmelo (1937-2021). Fece rientro in patria, dopo circa dieci anni, nel 1950, per essere solo un numero (219.445) tra i tanti soldati caduti nel conflitto mondiale. I suoi resti sono custoditi, ma non riconosciuti, presso il Sacrario Dei Caduti “Oltremare” di Bari. Nel 1995, per caso, giunse alla famiglia la notizia che i resti si trovano in un ossario, insieme a quelli di altri valorosi accomunati dalla stessa sorte, i cui nomi sono incisi su lapidi commemorative. Il presidente Muse ha ringraziato la commissione toponomastica del Comune di Rc che ha accolto la proposta di intitolazione dopo avere raccolto la documentazione storica su indicazione del nipote di Francesco Macheda, il signor Carmelo, il quale, in tanti anni ha riunito fonti storiche e memorie del nonno.
L’avv. Federico Milia in rappresentanza della commissione toponomastica si è soffermato sul ruolo delle periferie che rinascono grazie a momenti aggregativi come questo ed al recupero di spazi urbani che diventanto luoghi identitari. Presenti tanti rappresentanti delle Forze dell’Ordine, l’Associazione Marinai d’Italia Gruppo M.O.V.M Tommaso Gulli, la Polizia Municipale di Rc e l’Associazione Nazionale Bersaglieri che con Giovanni Romeo ha eseguito il Silenzio” suono associato al ricordo dei caduti, onore espresso per 1 minuto di raccoglimento. La benedizione del parroco don Yves Pascal Nyemb – Sacerdote della Parrocchia ”Maria SS Madre della Consolazione” in Oliveto ed il saluto di don Eduardo Armando Turoni – parroco di San Giovanni Bosco in S. Elia di Ravagnese hanno rimarcato il significato della intitolazione con una solenne sacra benedizione. Un ritorno a casa tra la sua gente: queste le parole della nipote Sara Macheda a fine manifestazione, la quale, ringraziando tutti a fine evento ha fatto memoria sulla figura del nonno da sempre atteso ma mai rientrato nella sua terra natia.
Comunicato Stampa