Cade da nave da crociera e sopravvive per quindici ore nell’oceano

Ha nuotato attraverso due banchi di meduse e respinto l’attacco di uno squalo  

Cade da una nave da crociera e sopravvive nell’oceano, finché i soccorritori non lo trovano. È la storia di J. G., ventottenne nativo dell’Alabama, che si trovava a bordo della nave da crociera “C.V.” prima che la sua scomparsa venisse denunciata dai familiari che erano con lui. La Guardia Costiera ha immediatamente lanciato una ricerca di G. Secondo i soccorritori coinvolti nell’azione: “L’area di ricerca copriva circa 7.000 miglia nautiche (circa 13.000 chilometri).

È estremamente improbabile trovare qualcuno lì”. Mentre si cerca l’alta pressione per il passeggero scomparso, è alla deriva nel Golfo del Messico. “Ho bevuto qualche drink, poi non so cosa sia successo”, ha raccontato alle reti televisive. La sorella ha rivelato che si era allontanato per andare in bagno, ma non è più tornato.

Foto di Pexels da Pixabay

In qualche modo, ad ogni modo, è precipitato nel Golfo del Messico. “Ho perso conoscenza e quando sono tornato in me mi sono ritrovato in acqua, senza nessuna imbarcazione nelle vicinanze”.

È in quel momento che non ha potuto fare altro che cercare di rimanere a galla. “Volevo sopravvivere. Non ho mai accettato che potesse finire così, che quella sarebbe stata la fine della mia vita”, ha ammesso. “Poi però l’acqua ha iniziato a diventare più fredda. Mi sono detto ‘Chissà quanto ancora dovrò stare qui fuori’”.

Nel corso delle quindici ore in cui J.G. è stato nell’oceano, dopo essere caduto dalla nave da crociera “C. V.”, in qualche occasione ha temuto veramente di non farcela. “Ad un certo punto una creatura mi è venuta addosso molto velocemente. Sono andato sotto, e l’ho visto. Era uno squalo. Aveva più una bocca piatta. Si è alzato e ha urtato una delle mie gambe, l’ho preso a calci con l’altra gamba. Mi ha spaventato, non sapevo cosa fosse, vedevo solo una pinna”, ha raccontato.

A causa di quanto trascorso, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ha perso anche diversi chili. “L’unica cosa che ho mangiato è stata un bastoncino di bambù che ho galleggiava. Mi ha dato un sapore in bocca diverso dall’acqua salata”.

Poi, nel giorno del Ringraziamento, il salvataggio. “Ho visto le luci di una nave cisterna e ho nuotato verso essa. La prima cosa che ho detto al soccorritore della Guardia Costiera che è venuto a prendermi è stata: ‘Non ho vestiti addosso’, perché non li avevo. Mi ero spogliato di tutto. Ho pensato che fosse il mio angelo custode”, ha concluso.

c.s. –  Giovanni D’Agata

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