Il solito vi(tali)zio, italico e populista

Riceviamo e pubblichiamo

Nei giorni scorsi è stato scritto un nuovo capitolo della sacrilega bibbia populista che continua ad avvelenare ed uccidere la vita pubblica.

Insospettabili e rivoluzionarie prese di posizione immediatamente successive al secondo trauma giudiziario subito dalla Città avevano aperto il cuore e le menti alla speranza, lasciando immaginare l’avvio di un serio dibattito politico, ma è stato subito chiaro che, quella dei partiti e dei movimenti politici organici alla maggioranza del Comune, era solo l’indulgenza all’ipocrisia del “chiagnere e fottere”.

Da un lato, essi chiedevano in coro l’abrogazione dell’abuso d’ufficio e della Legge Severino, dall’altro, invece, non esitavano ad addossare fantasiose responsabilità dello scioglimento del Comune, pur consapevoli tanto della conclamata natura di atto politico dello stesso, quanto della mancanza di infiltrazioni e/o contiguità della ‘Ndrangheta nell’Ente, come da plurime certificazioni giudiziarie successivamente intervenute.

Ma il tempo della serietà non è giunto ed è ben difficile che possa mai maturare, almeno fino a quando si protrarrà la pervicace occupazione abusiva di ruoli pubblici.

E non è un caso che, in questo sconfortante scenario, evidentemente fomentata da politici d’accatto, sia stata diffusa urbi et orbi la quantificazione dell’importo mensile del vitalizio che la Regione Calabria è tenuta a corrispondere, con decorrenza 1° Ottobre 2022 a Giuseppe Scopelliti.

Tradisce superficialità e palpabile mancanza di professionalità, il lancio di una “non notizia”, peraltro disancorata da circostanze che andavano coscienziosamente poste in tutta la loro significativa evidenza, cioè:

  • che il beneficiario del trattamento, previsto dalla legge regionale, abbia sostenuto le trattenute previdenziali operate nel tempo sulla sua indennità;

  • che sia stato proprio il Presidente Scopelliti, leader della politica calabrese di quegli anni, ad avere ridotto di un terzo gli emolumenti fino ad allora riconosciuti ai consiglieri regionali, prima di fare abrogare, nell’ottobre 2011, la legge che riconosceva il vitalizio ai politici calabresi;

  • che la reintroduzione del vitalizio per i politici calabresi (la cosiddetta “Indennità Differita”) sia stata effettuata nel 2019 su input del governatore di sinistra Oliverio.

Se queste circostanze sono state deliberatamente o colpevolmente taciute, l’obiettivo che si intendeva inseguire era solo quello collegato al subdolo, artificioso ed inconferente richiamo della vicenda giudiziaria del cittadino Giuseppe Scopelliti: consegnare alla pubblica opinione la perversa e fallace equazione di un trattamento pensionistico accordato a soggetto colpito da condanna per reati, silenziando il dato, granitico ed incontrovertibile, di un beneficio maturato in forza della legge e grazie alla contribuzione effettuata dall’interessato.

Il tutto, è superfluo sottolineare, mentre si continua a mantenere un rigoroso e pianificato silenzio sulla ciclopica questione morale di una Città stabilmente agli ultimi posti di qualsiasi classifica nazionale.

Oreste Romeo, avvocato

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