Firmato protocollo d’intesa tra il G.O.M., il Rotaract 2102, il Distretto Leo 108Ya di Reggio Calabria, e la dott.ssa Roberta Cuzzola
Firmato questa mattina nella Direzione Generale del presidio “Riuniti” del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria il protocollo d’intesa tra il G.O.M., il Rotaract 2102, il Distretto Leo 108Ya di Reggio Calabria, e la dott.ssa Roberta Cuzzola, che formalizza le attività del laboratorio artistico-terapuetico “Mondi di Favole” che da fine giugno sta avendo luogo nel reparto di Pediatria, diretto dal dr. Domenico Minasi.
L’incontro tra il Commissario Straordinario del G.O.M., dr. Gianluigi Scaffidi, i rappresentanti dei Club Service del territorio di Reggio Calabria, Antonio Linguardo, Fabienne Marino (Distretto Rotaract 2102), Eleonora Romeo (Distretto Leo 108Ya), Andrea Manti (Leo Club Reggio Calabria Host “Vittoria G. S. Porcelli”), Roberta Cuzzola, autrice del Progetto un “Mondi di Favole”, e Simeone Carullo, coordinatore del Progetto per il G.O.M., si è svolto all’insegna del reciproco apprezzamento sia per il contenuto che per lo spirito con il quale si è dato vita ad un laboratorio artistico-terapuetico dedicato ai bambini degenti.
I momenti che hanno preceduto la firma della Protocollo d’intesa sono stati dedicati alla descrizione delle attività finora svolte da parte della dottoressa Cuzzola. Il dr. Scaffidi ha espresso grande soddisfazione, tanto da voler valutare la possibilità di ripetere una così proficua esperienza, infine ha ringraziato i ragazzi dei Club Rotaract 2102 e Leo 108Ya che, con il loro impegno e la raccolta fondi che ne è conseguita, hanno reso possibile la concreta realizzazione del Progetto.
Il Progetto “Mondi di Favole”: “Macchie di colore che aprono nuovi mondi verso la fantasia e la creatività dei bambini, suoni che evocano ricordi per creare nuove melodie segniche, supereroi e personaggi da fiaba che si trasformano in personalissimi alter ego”.
Le finalità: umanizzare i luoghi ospedalieri rendendoli, attraverso la produzione di opere di artistiche esteticamente qualitative, più confortanti e stimolanti; fornire agli utenti, attraverso l’Arte, nuovi strumenti per esprimere al meglio se stessi facendo emergere pensieri, sentimenti, stati d’animo che condizionano negativamente i soggetti e non permettono una più lieta consapevolezza dell’esperienza. Senza la paura di essere giudicati, ma potendo liberamente comunicare, attraverso il fare artistico, si innescherà a livello inconscio, un graduale processo terapeutico e di maggiore conoscenza di sé che sarà altamente trasformativo. Puntare, infine, sulla valenza sociale riabilitativa indotta dal coinvolgimento degli individui in un’esperienza collettiva e condivisa.