Torna d’attualità un argomento molto importante per l’intera regione Calabria. Come tutti ben sappiamo, ci troviamo in una regione ricca di territori montuosi e, in questo quadro, le comunità montane ricoprono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del territorio. Nell’ultimo periodo però, queste comunità stanno attraversando un periodo di emarginazione. Su questo argomento ha parlato, in seno ai lavori della seconda Commissione, Candeloro Imbalzano: “Le Comunità montane calabresi hanno svolto in questi decenni un ruolo assai importante nello sforzo di difendere la montagna e l’economia rurale e per mantenere una identità economica e culturale dei centri abitati delle zone interne e delle popolazioni ivi residenti”. E’ quanto afferma in una dichiarazione, a conclusione dei lavori della seconda Commissione, il consigliere Candeloro Imbalzano (Scopelliti presidente).
“Le scelte politiche adottate dai governi nazionali, ultima la Legge Finanziaria 2010 – prosegue Imbalzano – hanno ulteriormente spinto verso la marginalizzazione del ruolo della montagna a vantaggio delle zone urbane e costiere, accentuando lo stato di abbandono e di degrado delle infrastrutture di trasporto, di mobilità e la riduzione progressiva di servizi essenziali quali scuole, uffici postali, presidi sanitari. Inoltre, è evidente l’ulteriore segno di indebolimento delle attività produttive e artigianali tipicamente montane con il risultato di aggravare le condizioni di vita dei residenti”. “Queste norme finanziarie statali – sostiene ancora Imbalzano – eliminando ogni risorsa a favore delle Comunità montane, comprese quelle per la retribuzione del personale, hanno messo in crisi definitiva il funzionamento di questi enti, rovesciando sulla Regione grossi problemi di carattere finanziario.
Sono del parere che, nonostante questo quadro poco incoraggiante, le Comunità montane calabresi possono ancora svolgere un ruolo di valorizzazione dell’alta collina e della montagna a condizione che ne vengano rilanciate le funzioni, assegnando nuove deleghe ed attribuendo loro risorse adeguate nel tentativo di una rinnovata politica per la montagna, capace di contrastare e invertire i fenomeni di spopolamento e di esodo di questi territori. Per queste ragioni, ritengo che ci sia lo spazio perché tali enti siano direttamente coinvolti in una rinnovata programmazione delle politiche per la montagna e nella gestione dei rispettivi territori”.
Danilo Santoro