A surriscaldare un momento chiave del conflitto in Ucraina arriva la richiesta da parte della Finlandia di adesione alla NATO. Era nell’aria, forse non è il momento migliore per proporla ma pare che a nessuno importi la reazione di Mosca, che già ha annunciato ritorsioni e probabile blocco dell’erogazione del gas. Il governo di Helsinky vuole abbandonare la decennale neutralità del paese anche se si sbraccia a dichiarare che l’amicizia e gli scambi economici continueranno con la Russia che rimane un valido ed apprezzato partner. Gli USA appoggiano in pieno la richiesta della Finlandia a cui dovrebbe seguire, a breve giro, anche quella della Svezia.
La NATO si sforza di far comprendere che l’espansione dei suoi confini non ha intenti aggressivi. Attualmente l’Alleanza Nord Atlantica consta di 30 paesi membri e per entrarvi ha rigidi requisiti d’accesso (che i nuovi richiedenti si dicono già pronti a soddisfare in tempi brevissimi) ma è anche sottoposta all’adesione totale dei suoi appartenenti. La Turchia e l’Ungheria potrebbero, per esempio e per motivi differenti, non essere pienamente in linea con l’allargamento ai nuovi stati. Situazioni vecchie che Washington conosce bene ed allora a che serve in questo momento enfatizzare una decisione non proprio facile da realizzare?
Fabrizio Pace