Giovedi la veglia all’altare della Reposizione
L’associazione culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria è entrata nel periodo delle funzioni pasquali ed in particolare lo ha fatto domenica scorsa con la funzione delle Palme e successivamente lo farà con la veglia giovedi santo alle ore 21,15 alla Chiesa degli Artisti – Tempio di San Giorgio della Vittoria.
Da circa 20 anni ricorda il presidente Muse Giuseppe Livoti è usanza e tradizione animare sia la Santa Messa che la veglia della settimana santa, tradizioni, cresciute con noi e con il tempo, collaborando in questi due ultimi anni con la chiesa di San Giorgio della Vittoria, tempio ufficiale per gli artisti per volere della curia arcivescovile e del nostro vescovo mons. Fortunato Morrone. Un protocollo di intesa con la Chiesa degli Artisti di Reggio Calabria, importante presenza dopo quello di Napoli e Palermo per l’Italia del Sud che vede Muse e parrocchia impegnati con un protocollo siglato nel 2021 che prevede una serie di intenti comuni e di momenti culturali importanti come è stato già fatto in occasione della consegna dei Premi Muse Calabria 2022, grazie all’attenzione ed accoglienza di Don Nuccio Cannizzaro, parroco degli artisti e referente per la provincia di Rc per associazioni e per tutti coloro che vedono nella comunicazione visiva, musicale ed artistica, una guida ed una attenzione all’arte per la liturgia.
Domenica una solenne messa – cerimonia si è aperta presso il sagrato prospiciente il Corso Garibaldi, spazio in cui vi è stata la benedizione delle palme con Vittorio Luigi Mondello – Arcivescovo emerito di Reggio Calabria – Bova e successivamente per la prima volta la benedizione della cosiddetta “Palma – Persefone” di Bova, rituale che è stato fatto per la prima volta a Reggio Calabria città, creando così, un suggestivo momento di condivisione e di recupero con le nostre radici e tradizioni popolari. La consegna è avvenuta ribadisce Livoti, grazie all’amministrazione comunale di Bova con la presenza del suo vice sindaco Ganfranco Marino. Il presidente Muse prima ella benedizione ha spiegato ai fedeli come tale palma è una figura antropomorfa femminile realizzata con foglie di ulivo intrecciate, applicate su supporti di canne selvatiche e decorate con nastri colorati, merletti, rami di mimosa, fiori, frutta e primizie di stagione tra cui olive, fave, bergamotto, mandarini. Sono i contadini (oggi anche laboratori) ad intrecciare con con maestria e pazienza le foglie e ad assemblare gli elementi vegetali con un laborioso procedimento in cui vengono anche differenziate madri e figlie per le dimensioni. Queste figure ricordano il mito greco di Persefone e Demetra e sono con tutta probabilità legate ad antichi riti e miti precristiani di origine magno greca a loro volta collegati al ciclo delle stagioni e che, con il passare del tempo dopo la presenza bizantina e la latinizzazione, vennero adattati alla liturgia cristiana della Domenica delle Palme. Ed è di questi giorni infatti la proposta di fare inserire nel patrimonio immateriale dell’Unesco tale tradizione, proposta che Le Muse farà in sinergia con il Liceo scientifico “Euclide” diretto dalla dirigente Carmela Lucisano. Il vice sindaco Gianfranco Marino consegnando all’arcivescovo Mondello l’artistica realizzazione ha spiegato, come questo è un segno importante che riunisce Reggio e Bova al’insegna di una identità del luogo che arriva dall’area grenica per approdare in una funzione liturgica in una chiesa importante di Rc, dopo la precedente benedizione nella comunità bovese.
L’arcivescovo durante l’omelia si è soffermato sul senso della celebrazione come memoriale dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, divenendo celebrazione della benedizione, nella quale l’avvenimento della salvezza rischia di passare in seconda linea rispetto alla cosa sacra, alla palma benedetta. La celebrazione dell’ingresso e la celebrazione della passione continuano ad esistere una accanto all’altra come due blocchi indipendenti. L’unico collegamento tra i due momenti è il tenere i rami di olivo e palma in mano durante tutta la celebrazione. La processione delle palme anticamente fu caratterizzata dal desiderio di imitare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, oggi noi dobbiamo vivere questo rito come piuttosto la rievocazione della salita del popolo di Dio, la nostra salita con Gesù verso il sacrificio. Anche se la processione si connota con il carattere del trionfo di Cristo nella città santa, essa ci conduce verso il sacrificio della croce, reso presente nel sacrificio della messa che seguirà alla processione. Allora in questa complessa celebrazione non si tratta di vedere solo l’entrata di Gesù in Gerusalemme, il suo ingresso trionfale, ma soprattutto dobbiamo vedere il cammino di Cristo con tutto il popolo al calvario e all’atto centrale della redenzione che culmina con la sua morte e risurrezione. Don Nuccio Cannizzaro si è soffermato sull’insieme della liturgia della passione della domenica delle Palme, che dona una prospettiva teologica completa del mistero di Cristo, che non si esaurisce nel mistero della sua morte, ma si realizza nel mistero trionfante attraverso la morte per giungere alla risurrezione. L’intento pastorale della chiesa è quello di far scoprire ai fedeli la dimensione vitale della celebrazione e l’unità del mistero della sofferenza e della glorificazione di Gesù, facendone risultare la ricchezza sacramentale. Tutto è una profezia della passione e del trionfo del Signore, cammino che porta dalla croce fino alla gloria, cammino che assieme al Signore. Giovedi santo, in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia e del ministero ordinato, come pure la consegna ai discepoli del comandamento dell’amore, alle ore 21,15 si terrà l’adorazione del Santissimo Sacramento deposto all’Altare della reposizione con una veglia a cura de Le Muse con il Coro guidato dalle Maestre Enza e Marina Cuzzola e momenti di lettura eseguite dai soci del noto sodalizio reggino.
Comunicato Stampa