L’associazione culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria entra nel periodo delle funzioni pasquali e lo fa in particolare con la funzione delle Palme.
Parte domenica prossima il primo dei due momenti che ormai per tradizione, il sodalizio reggino, dedica alla Pasqua. In particolare dichiara Giuseppe Livoti presidente Muse, continua il nostro protocollo con la Chiesa degli Artisti di Reggio Calabria conosciuto come Tempio di San Giorgio della Vittoria, protocollo che vede una serie di intenti comuni e di momenti culturali importanti come è stato già fatto in occasione della consegna dei Premi Muse Calabria 2022. Tutto questo grazie all’attenzione e accoglienza di Don Nuccio Cannizzaro, parroco degli artisti e referente ormai per tutti coloro che vedono nella comunicazione visiva e non solo, una guida ed una attenzione all’arte per la liturgia.
Domenica 10 aprile alle ore 18 quindi una solenne messa – cerimonia che vedrà per la celebrazione l’importante presenza di Vittorio Luigi Mondello – Arcivescovo emerito di Reggio Calabria – Bova. Sarà corposa la partecipazione all’evento dedicato al precetto pasquale che ormai, animato anche dai soci Muse è una occasione anche per gli scambi augurali. In tale funzione, per la prima volta ci sarà, un momento di condivisione e di recupero con le nostre radici e tradizioni popolari ribadisce Livoti poiché grazie all’amministrazione comunale di Bova con la presenza del suo vice sindaco Ganfranco Marino avverrà la consegna ufficiale di un’artistica “pupazza persefone”. E’ di questi giorni infatti la proposta di fare inserire nel patrimonio immateriale dell’Unesco tale tradizione, proposta che Le Muse farà in sinergia con il Liceo scientifico “Euclide” diretto dalla dirigente Carmela Lucisano. Questa bambola è una figura antropomorfa femminile realizzata con foglie di ulivo intrecciate, applicate su supporti di canne selvatiche e decorate con nastri colorati, merletti, rami di mimosa, fiori, frutta e primizie di stagione tra cui olive, fave, bergamotto, mandarini. Sono i contadini (oggi anche laboratori) ad intrecciare con con maestria e pazienza le foglie e ad assemblare gli elementi vegetali con un laborioso procedimento in cui vengono anche differenziate madri e figlie per le dimensioni. Queste figure ricordano il mito greco di Persefone e Demetra e sono con tutta probabilità legate ad antichi riti e miti precristiani di origine magno greca a loro volta collegati al ciclo delle stagioni e che, con il passare del tempo dopo la presenza bizantina e la latinizzazione, vennero adattati alla liturgia cristiana della Domenica delle Palme.
Nella foto da sinistra Don Nuccio Cannizzaro e Giuseppe Livoti
Comunicato Stampa