In calo il consenso popolare sui social per Draghi

La guerra in Ucraina, nella quale l’Italia è stata coinvolta in maniera indiretta, tramite le sanzioni economiche e l’invio di non ben identificate “armi non letali” (il decreto è secretato), ha fatto sì che l’apprezzamento del popolo del web su Mario Draghi sia notevolmente diminuito. Certo la vicinanza ed il supporto del Governo nei confronti di Kiev, aggredita dal Cremlino, da condannare senza se e senza ma, poteva essere espressa anche in modi molto differenti e più costruttivi ma soprattutto doveva essere prevista.

Sebbene in Parlamento il premier tenga ben in pugno la situazione, per le strade e sul web il malcontento aumenta vertiginosamente. Il cittadino non ha ben compreso la scelta per la con l’Italia è rientrata nella black list di Mosca ma ha ben compreso che una parte intacca ed intaccherà la sua tasca. L’aumento dei carburanti si ripercuote a cascata sulle industrie e su ogni bene di prima necessità, in quanto in Italia il trasporto avviene su “gomma”.

foto di GNS

A far capire come si sia incrinato l’apprezzamento degli italiani verso il premier non un sondaggio specifico ma la reazione degli utenti ogni qualvolta il numero uno di Palazzo Chigi appare sui social. Al netto degli haters e di boot (finti follower), il quantitativo di gente comune insoddisfatta del suo operato politico ed economico si è notevolmente amplificato. Il costo della vita nel Bel Paese sta divenendo insostenibile e controproducenti sono gli appelli dei parlamentari in tv che invitano al “sacrificio”.  A stringere la cinghia… beh con il loro lauto compenso saremmo bravi tutti.

Vero è però che Mario Draghi paga il prezzo per gestioni di Governo passate più che scellerate. Il no allo sfruttamento energetico, i no ai nuovi impianti,  i no all’ammodernamento delle infrastrutture di sicuro non sono opera sua. Il Premier farebbe bene a ricordarlo in ogni suo discorso puntando anche il dito apertamente sui responsabili.

Ed anche in relazione alla guerra, il Governo Italiano farebbe bene a far comprendere ai più, quali sono i ruoli ed il peso che hanno all’interno della NATO. L’organismo internazionale che veglia sulla nostra sicurezza ma che è, nei fatti, esclusivo appannaggio di Washington. Gli americani ne finanziano in gran parte le spese militari.

Le sanzioni alla Russia e le ripercussioni indirette sul mercato interno e quelle dirette scaturite dalla ritorsione della Russia stanno già mettendo a dura prova gli italiani. Sarebbe stato meglio prima provvedere e poi agire ed invece, ci troviamo come sempre a fare il contrario, per correre ai ripari rischiando anche una guerra mondiale che nessuno vuole.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.