ll pesce contiene un veleno che porta alla morte. Lo Sportello dei Diritti: «Mediterraneo ormai invaso da specie tropicali»
Non si può più parlare di caso eccezionale e neanche di evento raro: il pesce palla è arrivato sulle coste italiane. L’allarme è stato dato dall’Istituto oceanografico di Spalato dopo che, qualche giorno fa, nei pressi dell’isolotto di Košar vicino a Pašman, un’isola del Mar Adriatico, a sud di Zara, è stato catturato un Pesce Palla Argenteo velenoso (Lagocephalus sceleratus). Questo tipo di pesce tipico della cucina orientale sarebbe, stando all’allarme diffuso dall’Istituto, molto pericoloso per la salute se non addirittura mortale, il cui consumo, porta dapprima alla paralisi dello sventurato e quindi alla morte. Si tratta di una specie diffusa nelle fasce tropicali ed equatoriali degli oceani Indiano e Pacifico. È un migrante lessepsiano ed è penetrato nel mar Mediterraneo orientale dal mar Rosso attraverso il Canale di Suez. Attualmente è frequente nelle acque di Israele, Turchia meridionale ed isole di Rodi e Creta, documentando e confermando la tropicalizzazione del Mediterraneo. La sua presenza in Italia è stata registrata per la prima volta nel 2013 nell’isola di Lampedusa; poco dopo un esemplare è stato pescato nella parte sudorientale della Sicilia e successivamente altri esemplari sono stati catturati nel canale di Sicilia e nel mar Adriatico. Vive in acque aperte nei pressi di fondi scogliosi, anche molto vicino alla riva ma è stato pescato fino a 250 metri di profondità (nel mar Rosso). Molto simile al capolepre ma più slanciato e con pinna caudale simmetrica. Anch’esso ha la capacità di inghiottire acqua quando spaventato. Il colore è grigio o bruno con punti scuri sul dorso e bianco sul ventre. Una larga e vistosa banda argentea decorre sui fianchi. Misura fino a 40 cm. Si ciba di invertebrati bentonici. «I nostri pescatori devono prestare la massima attenzione perché abbiamo di fronte un pesce che contiene tetradotossina, veleno 1250 volte più potente del cianuro, rileva l’ittiologo Jakov Dulcic dell’istituto spalatino di Oceanografia e pesca. L’esemplare è stato pescato pochi giorni fa, andandosi ad aggiungere ad altri già presi gli anni scorsi». Il biologo Davor Lucic dell’Istituto raguseo del Mare e delle aree costiere, avverte che il pericoloso pesce palla argenteo continua a espandersi nelle acque dell’Adriatico: «Quest’anno ne sono già stati pescati altri esemplari. Non c’è ricerca che possa confermare scientificamente la sua veloce diffusione in Adriatico, ma visto che negli ultimi anni è in costante aumento il numero di pesci palla presi in rete e all’amo, possiamo asserire che ormai hanno preso dimora stabile nelle acque croate e del mare Adriatico». Secondo Lucic, tutti coloro che dovessero imbattersi in questo pesce dovrebbero maneggiarlo muniti di guanti e non agire a mani nude. «Da evitare assolutamente il consumo delle sue carni». Vi sono stati casi di intossicazioni mortali in Egitto e in Israele. La tossina è presente nel fegato, nella pelle e negli organi riproduttivi del pesce ed è resistente alla cottura. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il Mediterraneo ormai è invaso da specie tropicali. Nel versante orientale dell’Adriatico sono stati presi esemplari di diverse specie tropicali: pesce luna, polpo pignatta, cernia di fondale, serra, lampuga, cernia atlantica, Terapon theraps, pesce lucertola, donzella pavonina, pesce pappagallo, pesce coniglio e pesce unicorno.
Comunicato Stampa – “Sportello dei Diritti”