Centrafrica. Bax (Crisis Group): l’Ue arretra, torna il cirillico

Analista: Con stop programmi militari europei avanza Russia

(DIRE) Roma, 17 dic. – (di Vincenzo Giardina) L’Unione Europea ha sospeso il suo programma di addestramento militare nella Repubblica Centrafricana perché, in almeno un caso documentato, reparti dell’esercito locale operavano agli ordini di contractor russi: così all’agenzia Dire Pauline Bax, analista del centro studi International Crisis Group.
Secondo l’esperta, di recente nella capitale Bangui, “molti donatori occidentali e in particolare l’Onu e l’Ue temono che la loro assistenza, che si tratti di fondi, di logistica, di aiuti umanitari o di supporto militare, finisca nelle mani di mercenari responsabili di violazioni dei diritti umani”.
Proprio sulla base di accuse di questo tipo, alcuni giorni fa l’Unione Europea ha adottato sanzioni nei confronti di Wagner, una società di contractor che avrebbe rapporti con la presidenza russa e operazioni dalla Siria alla Libia.
Secondo Bax, “la sospensione del programma dell’Ue è temporanea ma potrebbe essere difficile da rivedere perché i mercenari continuano a operare nella Repubblica centrafricana”.
Di divergenze o addirittura contrapposizioni tra Russia e Paesi dell’Ue si è riferito anche a fine novembre. Lo spunto è il ritorno dell’alfabeto cirillico a Bangui. I corsi di russo, stando a un’intesa con Mosca rilanciata anzitutto dai media della Francia, ex potenza coloniale in Repubblica centrafricana, saranno obbligatori per gli studenti del primo anno di università.
Bax ricorda come in realtà la lingua di Pushkin e Tolstoj fosse già nei cv accademici ai tempi dei sovietici e dell'”imperatore” Jean-Bedel Bokassa, rovesciato nel 1979 con l’operazione Barracuda e lo zampino dei francesi. “Il presidente Felix-Archange Touadera ha dichiarato che l’insegnamento del russo aiuterà a rafforzare la cooperazione bilaterale” sottolinea l’analista. “Per Mosca è un modo di consolidare il proprio ruolo nella Repubblica centrafricana, un’ambizione rivelata anche dalla costruzione di un centro culturale presso la sua ambasciata a Bangui sul modello degli istituti dell’Alliance Francaise gestiti da Parigi nelle ex colonie”.

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