Domenica presso la delegazione comunale, nonostante i mezzi modesti ed il poco tempo a disposizione, la sala si è riempita di cittadini per parlare dela Legge Rifiuti Zero, ovvero della proposta dal basso per uscire dall’emergenza in tutta Italia.La discussione non poteva non convergere su argomenti prettamente locali, sullo stato disastroso del ciclo dei rifiuti calabresi, sul modello scellerato basato sulle discariche e sull’incenerimento e sulla contiguità troppo frequente delle aziende che operano nel settore con le organizzazioni criminali. Inoltre si è discusso a lungo delle responsabilità politiche di questo stato di cose che consegna la Calabria come ultima in Italia e tra le ultime in Europa per la raccolta differenziata (11%), un dato causato dall’immobilità delle istituzioni su questo argomento e dalle pesanti commistioni tra politica ed imprenditoria privata. Con questo spirito anche a Rossano e nella Sibaritide si avvierà la campagna per la Legge di Iniziativa Popolare “Rifiuti Zero”, ovvero una legge che a livello nazionale impone la raccolta differenziata e incentiva forme di riciclo e riutilizzo, oltre ad entrare nelle piaghe del nostro ciclo dei rifiuti, proponendo una moratoria sugli inceneritori e stigmatizzando lo scenario classico delle nostre terre, ovvero che le stesse aziende si occupano di differenziata, di indifferenziata e di discariche. L’obiettivo è quello di costringere la classe dirigente ad adottare un ciclo dei rifiuti non solo sostenibile, ma anche economicamente salutare perchè permetterebbe di abbassare le tasse sui cittadini e creare posti di lavoro, un ciclo dei rifiuti che sia anche partecipato e sotto il controllo delle comunità. Da questo territorio, vessato con una discarica pubblica sequestrata per disastro ambientale, una discarica privata e un mega impianto di trattamento-truffa, un territorio che sta lottando da anni per impedire che si consumino altri scempi, lanciamo un invito ai cittadini ed ai comitati di tutta la regione: costituite ovunque i comitati per la Legge Rifiuti Zero, non solo per raccogliere le firme e proporre al parlamento una soluzione dal basso, ma anche per impedire che il nuovo piano dei rifiuti calabrese rappresenti, nuovamente, un enorme spreco di denaro pagato dalla salute e dall’economia dei territori.