L’appello dell’avvocato Maurizio Villani e dello “Sportello dei Diritti”. Non si cada nella provocazione dello stato di agitazione proclamato dall’Associazione Magistrati Tributari
Il PNRR, nell’ambito della riforma fiscale, richiede al Governo italiano di riformare strutturalmente l’attuale giustizia tributaria, che non garantisce in pieno il diritto di difesa dei contribuenti. Oggi, la giustizia tributaria è gestita ed organizzata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che è una delle parti in causa, con giudici che svolgono la funzione come seconda o terza attività, percependo 15 euro nette a sentenza depositata e zero euro per le sospensive. Nei collegi giudicanti, possono far parte pubblici ministeri, giudici militari, pensionati, pubblici dipendenti e persino ufficiali e generali della Guardia di Finanza e del SECIT. La Commissione Interministeriale MEF – Giustizia, istituita dal Governo proprio in vista della delega di riforma, in data 30 giugno 2021, ha approvato a maggioranza la mozione che prevede la futura giustizia tributaria con giudici professionali, a tempo pieno, competenti, vincitori di concorso pubblico e ben retribuiti. In sostanza, si prevede l’istituzione di una autonoma ed indipendente “QUINTA MAGISTRATURA”, oltre quella ordinaria, amministrativa, contabile e militare, come vado sollecitando da oltre venti anni. Nè si cada nella provocazione dello stato di agitazione proclamato dall’Associazione Magistrati Tributari che in questo frangente ha assunto un atteggiamento conservatore che non può condizionare il legislatore in una riforma epocale che potrebbe riportare, finalmente, la parità tra cittadino e Fisco.Proprio per questo Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilancia l’appello dell’avvocato Maurizio Villani, promotore della riforma secondo cui “Tutti i cittadini – contribuenti devono sollecitare il Parlamento ad approvare entro dicembre 2021 la legge delega di riforma della giustizia tributaria per avere la certezza di poter tutelare i propri diritti di difesa, costituzionalmente garantiti, senza limitazioni e davanti a giudici terzi ed imparziali, come previsto dall’art. 111, secondo comma, della Costituzione”.
c.s. – Giovanni D’Agata – Sportello dei Diritti